Alvin Lucier: La Rivivificazione di un Compositore Pionieristico Attraverso la Scienza e l’Arte
Un gruppo di artisti e scienziati australiani ha deciso di rendere omaggio al compositore statunitense Alvin Lucier, pioniere della musica sperimentale, scomparso nel 2021, creando un’installazione sonora unica.
Utilizzando cellule staminali ottenute dal suo sangue, hanno dato vita a un progetto che permette di ascoltare una composizione postuma in tempo reale. Questo esperimento straordinario, intitolato “Revivification”, è stato esposto per la prima volta il 5 aprile 2025 presso la Galleria d’Arte dell’Australia Occidentale.
Alvin Lucier: Un Pioniere della Musica Sperimentale
Alvin Lucier è stato una figura fondamentale nella storia della musica sperimentale, noto per le sue ricerche sulle onde cerebrali e la sonorizzazione di fenomeni naturali. Già nel 1965, Lucier fu il primo artista a utilizzare le onde cerebrali per generare suoni in tempo reale. La sua ricerca ha spinto i confini della musica, esplorando territori sonori inediti e utilizzando tecnologie avanzate per creare esperienze sonore uniche.
Nel 2020, a 89 anni, Lucier si trovava a fare i conti con il morbo di Parkinson, ma non ha smesso di contribuire alla scienza e all’arte. Decise infatti di donare il proprio sangue per un progetto che, sebbene fosse ancora in fase embrionale, avrebbe avuto come obiettivo la creazione di una nuova forma di arte postuma, legata indissolubilmente al suo spirito creativo.
I scienziati e gli artisti che hanno collaborato a questa iniziativa hanno utilizzato il sangue del compositore per estrarre cellule staminali, con le quali hanno poi ricreato una simulazione del suo cervello, chiamata “minicerebro”. Quest’innovativa creazione è la base di un’installazione che si distingue per la sua capacità di restituire una composizione musicale ispirata alla mente di Lucier.
La Scienza Dietro l’Installazione Sonora: La Rivivificazione di Alvin Lucier
La struttura dell’installazione “Revivification” è un’opera scultorea e sonora composta da 20 grandi lastre di ottone disposte in modo da somigliare a antenne paraboliche, che riflettono la ricerca dell’artista sulla trasmissione del suono e delle onde cerebrali. Ogni lastra è dotata di un trasduttore che, simile a un altoparlante, risponde ai segnali neurali provenienti dal minicerebro. Inoltre, un martello colpisce ogni lastra in risposta ai segnali cerebrali, creando una sorta di “banda sonora” che avvolge l’intero spazio espositivo.
Questa installazione, che fonde arte e scienza, è il risultato di un lungo dialogo tra Lucier e i ricercatori. “Eravamo come studenti di arte che imparavano da un maestro”, ha dichiarato Nathan Thompson, uno degli autori del progetto. “Lucier aveva la capacità di eliminare tutto ciò che era superfluo, concentrandosi solo sull’essenza di ciò che voleva comunicare.” Questo rapporto strettissimo tra l’artista e i suoi collaboratori ha dato vita a un’opera che trascende la morte, cercando di mantenere viva l’essenza creativa del compositore.
Nonostante la morte di Lucier nel 2021, il progetto ha proseguito il suo cammino, sollevando interrogativi filosofici e scientifici. I ricercatori si chiedono, infatti, se possa esistere un filamento di memoria che persista attraverso la trasformazione biologica, e se l’essenza creativa di Lucier possa continuare a esistere oltre la sua morte fisica. La rivivificazione, quindi, non è solo un tentativo artistico, ma una riflessione profonda sulle possibilità e sulle limitazioni della scienza nel prolungare la presenza di una persona oltre la morte apparente.
“La rivivificazione è un tentativo di far luce sulle possibilità, a volte oscure, di prolungare la presenza di una persona al di là della morte”, spiegano gli scienziati che hanno partecipato al progetto.

Un’Opera che Sfida la Morte
L’installazione “Revivification” di Alvin Lucier non è solo un tributo al suo genio creativo, ma anche un punto di svolta nella riflessione sull’intersezione tra arte, scienza e morte. La capacità di ricreare un frammento dell’essenza di Lucier attraverso le cellule staminali e l’arte sonora solleva domande esistenziali e scientifiche che potrebbero segnare un nuovo capitolo nelle ricerche sulla memoria e sulla vita dopo la morte.
Il progetto rappresenta una delle più audaci esplorazioni artistiche della contemporaneità, unendo il mondo della musica, della scienza e della filosofia. Continuare a esplorare la memoria e la creatività attraverso il corpo umano apre scenari che potrebbero cambiare radicalmente il nostro approccio alla vita e alla morte, e alla capacità di trasformare il nostro essere oltre i confini fisici.