Nel dicembre 2021, il mondo ha sentito parlare per la prima volta della “scatola nera”, il cui scopo era registrare gli errori dell’umanità riguardo al cambiamento climatico.
I ricercatori dell’Università della Tasmania, in collaborazione con la società australiana di comunicazione e marketing Clemenger BBDO, hanno iniziato a lavorare sul progetto “Earth’s Black Box“.
Dopo due anni, il quadro che misura la crisi climatica umana è finalmente terminato. Quindi, in futuro, verrà rivelato se siamo riusciti a evitare la catastrofe climatica o se non siamo stati in grado di evitare il collasso globale.
La scatola nera della Terra rivelerà se possiamo evitare la catastrofe
Scienziati e artisti australiani mirano a ritenere il mondo responsabile del futuro della Terra creando un dispositivo di archiviazione “indistruttibile” per registrare meticolosamente la gestione della crisi del cambiamento climatico da parte dell’umanità e ogni passo sul percorso verso la scomparsa del nostro pianeta.
Ispirata al registratore di volo di un aereo, la “scatola nera della terra” ha iniziato la costruzione nel 2022 sulla remota costa occidentale della Tasmania, un’area considerata stabile dal punto di vista geografico e politico, secondo quanto dichiarato dai suoi ideatori, che vanno dalla società di comunicazioni di marketing Clemenger BBDO all’Università della Tasmania. Ora è finalmente finito.
Qual’è la sua origine?
Il tempo per ridurre le emissioni di gas serra e prevenire un drastico aumento della temperatura globale dovuto alle attività umane è scaduto.
Secondo le proiezioni più realistiche, il mondo si sta dirigendo verso un aumento di 2,7°C entro la fine di questo secolo, spinto dalla mancanza di impegno di paesi e industrie nel ridurre i danni della crisi climatica di origine antropica.Al ritmo attuale, la temperatura globale aumenterà quasi del doppio rispetto all’obiettivo di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi, portando con sé incendi boschivi, cattivi raccolti, siccità, inondazioni di fiumi e ondate di caldo che colpiranno sia le società umane che la maggior parte degli esseri viventi. che abitano la Terra.
In questo contesto, un team di ricercatori dell’Università della Tasmania e diversi gruppi di artisti hanno deciso di realizzare un dispositivo che, come accade con le scatole nere degli aeroplani, memorizzerà dati aggiornati provenienti da studi scientifici, misurazioni, notizie, post sui social media e accordi sociali stipulati in forum globali come la COP26, con l’obiettivo di creare una memoria cronologica dell’azione umana di fronte alla crisi climatica.