La nostra dipendenza dalla plastica è diventata un problema urgente che richiede soluzioni innovative. Fortunatamente, i ricercatori stanno facendo progressi significativi nello sviluppo di nuovi materiali, tra cui una plastica autodigeribile che offre una promettente soluzione alla questione della degradabilità della plastica.
Questo nuovo materiale combina poliuretano termoplastico (TPU) con batteri Bacillus subtilis, che sono stati modificati per sopravvivere alle alte temperature coinvolte nella produzione della plastica. I ricercatori hanno sottoposto le spore batteriche a livelli crescenti di calore e hanno scoperto che questi microrganismi potrebbero resistere fino a temperature di 135 gradi Celsius, necessarie per mescolare le spore batteriche con il TPU.
Una volta attivate con nutrienti e umidità, le spore batteriche iniziano a degradare la plastica. Ciò rende il materiale biodegradabile anche senza l’ausilio di ulteriori microbi, conferendo a questa tecnologia una notevole versatilità. In condizioni ideali di compostaggio, il 90% della plastica è scomparso in cinque mesi, indicando un tasso di decomposizione significativo.
Oltre alla biodegradabilità, le spore batteriche conferiscono al materiale un aumento del 30% di resistenza e elasticità. Questo potrebbe avere implicazioni positive per una vasta gamma di applicazioni, dall’elettronica all’industria automobilistica. Tuttavia, rimangono sfide da affrontare, come garantire che i batteri residui siano innocui e sperimentare nuove combinazioni di plastica e batteri per migliorare ulteriormente il processo.
La ricerca su questa nuova plastica autodigeribile offre una speranza concreta nella lotta contro la crisi della plastica. Tuttavia, è solo uno dei molti passi necessari per affrontare il problema più ampio dell’inquinamento da plastica.
Altri ambiti di ricerca includono lo sviluppo di plastiche non derivanti da combustibili fossili e la produzione di materiali biodegradabili più diversificati. Il lavoro dei ricercatori è cruciale per creare un futuro in cui la plastica non rappresenti più una minaccia per l’ambiente.
La ricerca su questa innovativa plastica autodigeribile è stata recentemente pubblicata su Nature Communications, segnalando un importante passo avanti nella ricerca sulle soluzioni alla crisi della plastica.
Fonte: Biocomposite thermoplastic polyurethanes containing evolved bacterial spores as living fillers to facilitate polymer disintegration [Nature Communications]
Il cervello umano reagisce alla vista di una persona malata: ecco come la percezione della…
Invecchiamento: Nuove Scoperte sui Cambiamenti Proteici e il Punto di Svolta a 50 Anni L'invecchiamento…
Un recente studio condotto da scienziati dell'Accademia Cinese delle Scienze ha identificato che, intorno ai…
Un team di ricercatori dell'Istituto di Bioingegneria della Catalogna (IBEC) ha sviluppato la cellula artificiale…
Il cracking delle dita può danneggiare le articolazioni? Perché le dita scrocchiano? E se fa…
Il pianeta Terra sta ruotando così velocemente che gli esperti internazionali di tempo stanno prendendo…
This website uses cookies.