Secondo uno studio recente, utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano potrebbe ridurre significativamente il rischio di sviluppare la demenza, grazie a un possibile effetto protettivo su una parte del cervello fondamentale per la memoria.
La ricerca, condotta da un team internazionale formato da esperti della Huazhong University of Science and Technology in Cina e dell’Università di Sydney, conferma l’importanza di praticare attività fisica moderata e mantenere il cervello attivo per prevenire la neurodegenerazione.
Nel loro studio pubblicato su JAMA Network Open, i ricercatori spiegano come il modo di spostarsi quotidiano possa essere collegato non solo all’insorgenza della demenza, ma anche a variazioni nella struttura cerebrale.
Il team ha analizzato i dati dei registri sanitari pubblici del Regno Unito, riguardanti quasi mezzo milione di individui con un’età media di circa 56 anni, per identificare una correlazione tra i mezzi di trasporto più utilizzati e lo sviluppo di demenza.
Le modalità di trasporto sono state suddivise in quattro categorie principali:
Sono stati esclusi dal conteggio gli spostamenti casa-lavoro.
Rispetto a chi utilizzava mezzi non attivi, i ciclisti presentavano un rischio significativamente più basso di sviluppare varie forme di demenza:
Gli autori sottolineano che promuovere strategie di mobilità attiva, in particolare il ciclismo, può avere benefici rilevanti per la salute pubblica, favorendo pratiche accessibili e sostenibili utili a preservare la funzione cognitiva negli adulti di mezza età e anziani.
La demenza è una patologia complessa, influenzata da numerosi fattori. Studi precedenti avevano già evidenziato un legame tra capacità di orientamento spaziale e volume cerebrale, in particolare dell’ippocampo, una regione chiave per la memoria.
In questo studio, i ciclisti mostravano un volume ippocampale maggiore rispetto agli altri, suggerendo che il ciclismo possa contribuire a mantenere o aumentare la massa cerebrale in questa area fondamentale.
I ricercatori ipotizzano che il beneficio del ciclismo derivi da diversi aspetti:
È importante notare che il beneficio è risultato meno evidente in persone portatrici della variante genetica APOE4, associata a un più alto rischio di Alzheimer.
Sebbene lo studio abbia considerato variabili importanti come età ed istruzione, non dimostra un rapporto di causa-effetto diretto. Numerosi altri fattori non sono stati monitorati, e quindi la correlazione trovata deve essere interpretata con cautela.
Tuttavia, la forte associazione tra ciclismo e riduzione del rischio di demenza è coerente con precedenti ricerche che evidenziano l’importanza dell’attività fisica nella prevenzione delle malattie neurodegenerative.
La demenza rappresenta una delle principali cause di dipendenza e disabilità negli anziani. Il numero globale di casi è destinato a crescere rapidamente: si stima un aumento da 55 milioni nel 2019 a 139 milioni entro il 2050.
In questo contesto, identificare metodi efficaci e accessibili per ridurre il rischio di demenza è una priorità sanitaria globale. Il ciclismo, grazie alla sua economicità e facilità di praticabilità, potrebbe rappresentare una soluzione concreta per molte persone.
L’attività fisica regolare, e in particolare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, si conferma un alleato prezioso nella lotta contro la demenza. Promuovere la mobilità attiva può non solo migliorare la salute fisica, ma anche supportare la funzione cognitiva e la salute cerebrale nel lungo termine.
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