La NASA ha pubblicato una mappa animata il 4 dicembre che mostra il flusso di plastica oceanica ed evidenzia l’entità dell’inquinamento delle acque marine in tutto il mondo. Tale rappresentazione è stata resa possibile grazie a un nuovo metodo di quantificazione dei volumi di questa sostanza, messo a punto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Michigan (USA).
La mappa descrive la posizione e la concentrazione della plastica che galleggiava negli oceani tra aprile 2017 e settembre 2018. I dati per la rappresentazione animata sono stati raccolti, tra 38 gradi di latitudine nord e 38 gradi di latitudine sud, da otto microsatelliti dal Cyclone Global Navigation Satellite System (CYGNSS) sistema di previsione degli uragani.
Come è stata creata la mappa?
Gli scienziati normalmente calcolano la quantità di rifiuti di plastica nelle acque marine raccogliendoli tramite reti da traino. In questo caso è stata utilizzata una tecnica innovativa: gli specialisti hanno analizzato i segnali radio emessi dai satelliti GPS, che sono stati riflessi dalla superficie dell’oceano e quindi catturati da CYGNSS.
Così, gli esperti sono stati in grado di calcolare la rugosità della superficie del mare.
Il punto è che se c’è plastica o altri detriti, le onde vengono attenuate, il che rende la superficie meno increspata.Chris Ruf, uno degli autori dello studio: “In acque più pulite c’è un alto grado di coincidenza tra l’asprezza dell’oceano e la velocità del vento. Ma mentre ci muoviamo nella grande discarica del Pacifico, c’è una maggiore discrepanza tra le misurazioni della velocità del oceano, vento e rugosità superficiale”.
Secondo le stime presentate nel comunicato sull’inchiesta, circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno negli oceani attraverso fiumi e spiagge.
Researchers used satellite data to detect and track masses of plastic floating in the ocean. https://t.co/7HPmdtA5eI pic.twitter.com/LDAM4ymhC9
— NASA Earth (@NASAEarth) December 4, 2021