Un nuovo studio suggerisce che la corsa richiede molto più sforzo mentale di quanto pensassimo.
Sicuramente l’hai sentito fino a quando non ti stanchi: l’esercizio fisico fa bene. La recente ricerca ha trovato un gran numero di benefici che porta l’attività fisica del correre: schiarire la mente, alleviare la depressione, aiutarti ad adattarti a situazioni spiacevoli.
Ora, un nuovo studio con immagini del cervello suggerisce che l’esercizio fisico (in particolare correre) collega anche il cervello in modi intelligenti.
Per giungere a questa conclusione, i ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno reclutato 11 corridori professionisti e 11 persone che non si esercitavano da un anno. In seguito gli sono state fatte delle tomografie al cervello (TAC).
I corridori hanno mostrato una migliore connessione tra le aree del cervello associate al processo decisionale, l’assimilazione delle informazioni sensoriali e della memoria di lavoro, cioè la capacità di mantenere diversi oggetti pensanti nella mente.
Hanno anche mostrato meno indicatori di “vagabondaggio mentale” e pensiero più ordinato.
A causa della natura dello studio, non si può dire con certezza che la causa di questi effetti sia stata il correre, ma lo si può dedurre.Per il coautore, Gene Alexander, i risultati indicano che la corsa è più impegnativa dal punto di vista cognitivo di quanto si pensi normalmente. Richiede complesse capacità di navigazione, oltre alla capacità di pianificare, monitorare e rispondere all’ambiente.
Ciò che Alexander descrive suona molto simile al processo di integrazione che Dan Siegel, psichiatra e autore del libro Mind: A Journey to the Heart of Being Human, afferma sia molto essenziale per la fioritura umana.
Per Siegel, uno dei progetti centrali di una buona vita è coltivare diverse parti del cervello e collegarle. Lo studio, pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, suggerisce che la corsa promuove la crescita, non solo fisica ma anche mentale.