Nelle Valli secche McMurdo, nella terra della regina Victoria, in Antartide, uno dei deserti più aridi e freddi del mondo, non esistono piante, uccelli o mammiferi. In questo difficile ecosistema, però, dove la temperatura media non supera -15°C, vivono microscopici microbi e invertebrati del suolo. Uno studio pubblicato alcuni mesi fa su Nature Climate Change, sulla base di due decenni di dati della regione più grande del continente antartico, dove si trovano queste queste valli, è stata rilevata una diminuzione del numero di fauna del suolo, nematodi e altre specie animali, attribuito al cambiamento climatico.
Il punto di svolta sembra essere stato lo scioglimento del ghiaccio in questo deserto da un evento meteorologico insolitamente caldo nel 2001. Fino a quel momento, l’area non registratava un aumento di temperatura, ma al contrario, stava diventando sempre più freddo. Dal 2001 le temperature medie sono stabili o leggermente in aumento, ma ci sono stati eventi meteorologici intensi più frequenti.
Lo studio prevede un riscaldamento medio dei fondali antartici di 0,4°C per il 2099, con alcune aree che aumenteranno fino a 2°C. Anche se una piccola percentuale della biodiversità dell’area ne beneficerà, questo cambiamento porterà alla perdita del 79% delle specie native di invertebrati, con importanti implicazioni per la gestione delle risorse nella regione.
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