L’atmosfera terrestre non funziona così semplice come pensiamo, in realtà è un sistema complesso che presenta le condizioni necessarie affinché la vita emerga. Il punto è che le attività antropiche ne hanno modificato le caratteristiche, provocando anche il cambiamento delle condizioni permanenti e la messa in pericolo della vita sulla Terra. Questo è esattamente ciò che sta accadendo con il vortice polare e il cambiamento climatico.
Il Servizio meteorologico statunitense descrive il vortice polare come un’area di bassa pressione e aria fredda che circonda i poli terrestri. In realtà, è un ciclone permanente su larga scala che è sempre presente nelle aree polari della Terra. Ha la particolarità di indebolirsi in estate e sembra addirittura quasi sbiadire, ma si intensifica nuovamente in inverno.
Si chiama vortice, perché è una massa d’aria in costante movimento che ruota in senso antiorario, cioè da ovest a est. Il movimento gli permette di mantenere il freddo nelle zone polari, anche se se cresce più di quanto dovrebbe, può inviare ondate di freddo verso luoghi dove normalmente questi climi estremi non sono vissuti.
Va chiarito che questo fenomeno da solo non rappresenta un pericolo, tuttavia, allo stato attuale, la crescita del vortice polare ha provocato ondate di freddo in luoghi al di fuori dei poli terrestri.
Molti negazionisti del cambiamento climatico usano l’argomento delle grandi ondate di freddo che la Terra sta vivendo, come base per smentire presumibilmente l’idea che l’umanità abbia riscaldato la Terra con emissioni di carbonio. Non c’è niente di più fuori dalla realtà di questa affermazione.
Contrariamente alla logica riduzionista, il freddo invernale estremo è infatti un segno del cambiamento climatico causato dal riscaldamento globale. Un’atmosfera più calda contiene livelli più elevati di umidità, aumentando le possibilità di forti precipitazioni. Quando la temperatura è abbastanza fredda, queste precipitazioni si manifestano sotto forma di tempeste di neve, invece che di pioggia. E il resto è storia.
Ma come è questo in relazione al vortice polare? Normalmente, la massa d’aria del vortice ruota da ovest a est nella stratosfera sopra i poli, mantenendo così l’aria fresca sull’Artico e sull’Antartide. Allo stesso modo, circola anche la corrente a getto, mantenendo l’aria calda a sud e l’aria fredda a nord.
Ma un improvviso riscaldamento nella stagione invernale sulla stratosfera ai poli, può far sì che il vortice polare non si rafforzi come dovrebbe essere per questo periodo dell’anno. Ma, al contrario, si indebolisce e può persino far invertire i venti. Questo a sua volta influisce sulla corrente a getto rendendola più ondulata. Di conseguenza, l’aria fredda dell’Artico raggiungerà le medie latitudini e non circolerà sul polo come dovrebbe.
Questo fenomeno provocato dall’uomo è responsabile del freddo estremo che si avvicina sempre di più alle medie latitudini e non si ferma ai poli. In altre parole, l’uomo ha sbilanciato le temperature del pianeta e alla fine le conseguenze si manifestano come disastri naturali.
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