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Strabismo da smartphone e pc la scoperta è incredibile: ecco cosa devi cambiare subito

L’uso di pc e smartphone e la relazione con lo strabismo: bsiogna fare attenzione e modificare queste abitudini per non aver problemi. 

Con il ritorno alla routine lavorativa e scolastica, le ore trascorse davanti a schermi di smartphone, tablet e computer sono sensibilmente aumentate, esponendo un numero crescente di persone a disturbi visivi, tra cui lo strabismo da smartphone e pc, un fenomeno emergente che interessa soprattutto i più giovani. L’aumento dell’uso di dispositivi digitali ha infatti portato a un incremento di problemi oculari come lo strabismo acquisito e la miopia, condizioni che richiedono attenzione e prevenzione.

Lo strabismo da smartphone e pc: un problema in crescita

L’attenzione degli esperti si è concentrata su una particolare forma di strabismo, denominata AACE (Acute Acquired Concomitant Esotropia), che si manifesta con una convergenza degli occhi verso l’interno dopo prolungate ore di osservazione di oggetti a distanza ravvicinata, come lo schermo di uno smartphone o di un tablet. Lo strabismo latente, o esoforia, già noto in ambito medico, si è diffuso in maniera significativa a causa dell’aumento del tempo passato davanti ai device digitali, soprattutto durante e dopo la pandemia Covid-19.

Come spiegato da Luigi Marino, oculista della Casa di Cura La Madonnina e tra i fondatori dell’AIMO (Associazione Italiana Medici Oculisti), «questo fenomeno è paragonabile a quello che si osserva in professioni come l’orologeria o il ricamo, dove l’attenzione prolungata su dettagli vicini induce uno sforzo di convergenza degli occhi». Ora, con la diffusione dei dispositivi digitali, anche bambini e adolescenti ne sono maggiormente colpiti, specie a causa dell’uso intensivo dei social media, videogiochi e video in streaming.

Uso di schermi e problemi visivi – 3box.it

Lo strabismo da smartphone si differenzia da quello congenito per il suo carattere meno evidente ma comunque significativo. I sintomi includono visione doppia, affaticamento oculare, mal di testa e difficoltà di concentrazione, tutti riconducibili allo sforzo accomodativo necessario a mettere a fuoco immagini ravvicinate. Secondo Marino, «il fenomeno può causare un avvicinamento degli occhi di 1-3 millimetri, un dato che, se trascurato, può aggravarsi nel tempo».

Parallelamente, è in aumento anche la miopia, strettamente correlata al calo della visione a distanza, fenomeno particolarmente evidente nei più giovani durante l’età dello sviluppo. Studi recenti condotti in Cina hanno dimostrato come il controllo della distanza di lettura, mediante dispositivi specifici che impediscono di avvicinarsi troppo al materiale da studio, possa ridurre l’insorgenza della miopia, confermando la relazione tra sforzo visivo ravvicinato e problemi refrattivi.

Prevenzione e rimedi efficaci per proteggere la vista

Fortunatamente, lo strabismo da smartphone è in molti casi un fenomeno reversibile, specie se si interviene modificando le abitudini visive. Luigi Marino sottolinea l’importanza di alternare periodi di visione ravvicinata con momenti di osservazione di oggetti distanti e di attività all’aperto, dove la luce naturale favorisce la salute oculare. «Ad esempio, un periodo di ferie trascorso all’aria aperta senza l’uso di device può portare alla regressione dello strabismo latente».

Inoltre, è fondamentale adottare la cosiddetta regola del 20-20-20, che consiste nel fare una pausa ogni 20 minuti osservando per almeno 20 secondi un oggetto situato a circa 6 metri di distanza. Questa semplice pratica aiuta a rilassare i muscoli oculari e a ridurre lo stress visivo. Per i bambini e gli adolescenti, la collaborazione dei genitori è essenziale per inserire pause regolari e limitare il tempo di utilizzo degli schermi.

Oltre allo strabismo, un altro disturbo correlato all’uso prolungato di device è la cosiddetta Sindrome da Visione Artificiale (SVA), che può colpire anche gli adulti. La SVA è causata dall’esposizione alla luce blu emessa dagli schermi, che è molto più intensa rispetto alla luce naturale, e può provocare affaticamento, irritazione oculare e disturbi del sonno. Per mitigare questi effetti, gli esperti consigliano l’uso di filtri specifici per la luce blu e pause frequenti di almeno 15 minuti.

Romana Cordova

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