Stop al TPO negli smalti: la guida semplice per riconoscerlo subito sull’etichetta
Come riconoscere il TPO nello smalto: ecco cosa indica l’etichetta. È molto importante identificarlo subito.
Da oggi è entrato in vigore il divieto di utilizzo del TPO negli smalti per un’importante misura di sicurezza che riguarda consumatori e industria cosmetica. Il TPO, o Trimethylbenzoyl Diphenyl Phosphine Oxide, è un comune fotoiniziatore usato negli smalti gel per un’asciugatura rapida e resistente sotto lampade UV o LED. Tuttavia, a causa dei rischi potenziali per la salute e l’ambiente, il suo impiego è stato ufficialmente bandito in Italia.
Il divieto del TPO negli smalti: cosa cambia per i consumatori
Il TPO è stato classificato come sostanza potenzialmente allergenica e irritante per la pelle, con possibili effetti tossici in caso di esposizione prolungata o reiterata. Per questo motivo, il Ministero della Salute ha deciso di imporre il divieto della sua presenza negli smalti venduti sul mercato nazionale, allineandosi alle normative europee più restrittive in materia di cosmetici.
Per i consumatori, questo significa una maggiore attenzione nell’acquisto dei prodotti per la manicure. È fondamentale imparare a leggere correttamente l’etichetta degli smalti: la presenza del TPO deve essere indicata tra gli ingredienti, spesso evidenziata con la sigla “Trimethylbenzoyl Diphenyl Phosphine Oxide” o semplicemente “TPO”. I prodotti che riportano questa dicitura non sono più conformi alla normativa italiana e quindi non dovrebbero essere venduti né acquistati.
L’analisi dell’etichetta è lo strumento principale per evitare l’acquisto di smalti contenenti TPO. La normativa vigente impone che tutti gli ingredienti siano elencati in ordine decrescente di concentrazione, utilizzando la nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici (INCI). Il TPO, essendo un composto chimico specifico, viene sempre indicato con la sua sigla o con il nome chimico completo.

In pratica, chi acquista deve:
- Controllare l’elenco ingredienti sul retro o sul lato del flacone o della confezione;
- Cercare la sigla “TPO” o “Trimethylbenzoyl Diphenyl Phosphine Oxide”;
- Evitare prodotti che riportano il TPO, preferendo smalti con formulazioni alternative certificate sicure.
Questa attenzione è particolarmente importante per chi soffre di allergie o ha la pelle sensibile, ma più in generale tutela la salute di tutti i consumatori.
Impatto sul mercato e alternative al TPO
Il divieto del TPO spinge i produttori a rivedere le proprie formulazioni, puntando su fotoiniziatori alternativi che garantiscano la stessa efficacia senza i rischi associati. Negli ultimi mesi, diverse aziende italiane e internazionali hanno già sviluppato smalti gel con ingredienti innovativi, più sicuri e rispettosi dell’ambiente.
L’adozione di nuovi composti fotoiniziatori è un passo importante anche per la sostenibilità del settore cosmetico, riducendo l’impatto tossico e l’inquinamento derivante dallo smaltimento di prodotti contenenti sostanze chimiche pericolose.
Gli esperti consigliano inoltre di preferire smalti con certificazioni di sicurezza e di origine controllata, per assicurarsi che i prodotti siano stati sottoposti a rigorosi controlli qualitativi e rispettino le normative vigenti. Con l’introduzione di questo divieto, l’Italia si pone come esempio di tutela della salute del consumatore e dell’ambiente nel settore cosmetico, invitando tutta la filiera a un impegno maggiore verso prodotti più sicuri e trasparenti.