Settembre decisivo per ridurre le bollette: i trucchi per pagare meno il gas e non farsi sorprendere dai rincari
Gas, tariffe in aumento a settembre: come bloccare i costi prima dell’inverno. I trucchi da conoscere per un risparmio notevole.
Con l’avvicinarsi della stagione fredda, cresce l’attenzione sulle bollette del gas e sulle strategie da adottare per contenere i costi. Dopo la definitiva chiusura del mercato tutelato per la maggior parte dei consumatori italiani, avvenuta tra gennaio e luglio 2024, è essenziale comprendere come muoversi nel mercato libero dell’energia per non incorrere in rincari significativi.
Passaggio obbligatorio al mercato libero: cosa cambia per i consumatori
I clienti domestici non vulnerabili sono obbligati a uscire dal regime di maggior tutela e a transitare nel mercato libero, dove sono liberi di scegliere tra oltre 700 fornitori. Chi non ha effettuato la scelta autonomamente è stato assegnato automaticamente a un fornitore tramite il Servizio a Tutele Graduali, che opera nel mercato libero ma con condizioni economiche dettate dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA).
Il passaggio al mercato libero non comporta la sostituzione o la chiusura del contatore, ma solo un cambio contrattuale. Restare nel regime tutelato non è più possibile per chi non rientra nelle categorie vulnerabili, che invece possono ancora beneficiare di tariffe regolate. i.
L’Europa si prepara a un inverno difficile per il settore energetico, soprattutto per quanto riguarda il gas naturale. L’allarme arriva da Alexey Miller, amministratore delegato di Gazprom, la principale multinazionale russa fornitrice di gas all’Europa, che ha sottolineato come un inverno anche solo nella media climatica potrebbe mettere a dura prova le riserve dei paesi membri.

Secondo i dati aggiornati al 31 agosto 2025 da Gas Infrastructure Europe, le scorte di gas nell’Unione europea sono al 78,68%, ben lontane dal target del 90% necessario per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti durante i mesi freddi. La situazione è eterogenea: l’Italia si avvicina con l’89,26%, mentre Germania, Paesi Bassi, Svezia e Lituania mostrano livelli più preoccupanti, rispettivamente al 73,56%, 66,3%, 50% e 52%.
Questa disparità, unita a un deficit stimato di quasi 19 miliardi di metri cubi tra consumi e reintegri, fa prevedere un possibile aumento dei prezzi nel breve termine. La domanda tornerà a crescere con l’autunno e l’inverno, esercitando pressioni al rialzo sui costi.
Bloccare oggi una tariffa a prezzo fisso nel mercato libero rappresenta quindi una scelta strategica per proteggersi dai rincari futuri. Molte offerte a prezzo fisso includono un “premio di rischio” per tutelare i fornitori dall’alta volatilità del mercato, ma garantiscono la tranquillità di una spesa prevedibile nei mesi critici. Questo è particolarmente importante in un contesto dove il gas, a differenza dell’elettricità, è più vulnerabile a fattori geopolitici e logistici, come riduzioni delle forniture o interruzioni nelle rotte di gas naturale liquefatto.
Il ruolo di Gazprom e le implicazioni geopolitiche
Gazprom, la più grande azienda russa nel settore del gas naturale, controlla circa il 70% della produzione nazionale e detiene il 18% delle riserve mondiali conosciute. La società, con sede a San Pietroburgo e guidata da Alexey Miller, rappresenta uno snodo cruciale per l’approvvigionamento europeo. Gazprom Italia, filiale dedicata al mercato italiano, ha garantito finora forniture stabili per oltre trent’anni, ma la dipendenza da questa fonte comporta una certa esposizione a instabilità politiche e commerciali.
Miller ha più volte evidenziato la fragilità della situazione energetica europea, sottolineando che un inverno freddo potrebbe trasformarsi in una grave emergenza, data la difficoltà nel raggiungere il livello di scorte ottimale. La riduzione delle riserve e l’incertezza sulle forniture rendono ancora più urgente per i consumatori italiani adottare misure preventive, come il cambio di fornitore e l’attivazione di tariffe a prezzo bloccato.
Le politiche di diversificazione delle fonti e il miglioramento dell’efficienza energetica sono temi sul tavolo sia a livello nazionale che europeo, ma non basteranno nel breve periodo a evitare possibili aumenti delle bollette del gas.