Il muscolo che manca a molte persone - 3box.it
Rientri nel 15% della popolazione se non hai questo specifico muscolo nel corpo: cosa vuol dire e perchè capita questo?
Circa il 15% della popolazione mondiale è privo di un particolare muscolo nel braccio, noto come muscolo palmare lungo, una caratteristica che rappresenta un interessante esempio di evoluzione umana e anatomica. Questo muscolo, ereditato dai nostri antenati primati, ha perso la sua funzione originaria, e la sua presenza o assenza può essere facilmente verificata con un semplice test casalingo.
Il muscolo palmare lungo è un muscolo sottile che si estende dal gomito al polso e si trova al centro del lato interno dell’avambraccio. Per verificare se si possiede questo muscolo, è sufficiente appoggiare il palmo della mano su un tavolo rivolto verso l’alto, unire il pollice e il mignolo e sollevare leggermente la mano: se al centro del polso appare una protuberanza muscolare o tendinea, significa che il muscolo palmare lungo è presente. In caso contrario, si fa parte di quel 15% della popolazione privo di questo muscolo.
Questa caratteristica anatomica ha radici antichissime. Il muscolo palmare lungo è infatti molto sviluppato in molti primati, come scimmie, lemuri e oranghi, che lo utilizzano per arrampicarsi agilmente sugli alberi. Negli esseri umani moderni, e in altri grandi primati come gorilla e scimpanzé, il muscolo ha perso la sua funzione primaria a causa delle diverse abitudini di vita, meno legate alla brachiazione e all’arrampicata arboricola. L’assenza di questo muscolo è quindi una testimonianza tangibile della teoria evolutiva: il corpo umano si adatta e cambia in risposta alle esigenze ambientali e comportamentali.
Non tutti gli individui sono uguali in questo aspetto. Alcune persone possono avere il muscolo solo in un braccio, altre in entrambi, mentre altre ancora possono essere completamente sprovviste. I dati variano anche a seconda della zona geografica e dell’appartenenza etnica, con percentuali di assenza più o meno elevate.
Nonostante la sua funzione originaria sia praticamente scomparsa, la presenza o meno del muscolo palmare lungo non influisce sulla forza della mano né sul livello di debolezza. Non è quindi vero che chi è privo di questo muscolo sia meno forte o meno efficiente nelle attività manuali. È un residuo evolutivo che, in molti casi, non ha avuto necessità di essere eliminato completamente.
Il muscolo palmare lungo deriva direttamente dai primati arboricoli, una componente del nostro passato evolutivo risalente a circa 40 milioni di anni fa, quando i primi simiiformi cominciarono a differenziarsi. Questi animali, che includono sia le scimmie del vecchio mondo (catarrini) che quelle del nuovo mondo (platirrini), utilizzavano intensamente questo muscolo per la locomozione sugli alberi.
Grazie a studi recenti, compreso il sequenziamento completo del DNA di scimpanzé, bonobo, gorilla e oranghi, è stato possibile comprendere ancora più a fondo le similitudini e le differenze genetiche tra l’uomo e i suoi parenti prossimi. Il muscolo palmare lungo rappresenta un esempio visibile di questa eredità genetica e anatomica: benché in molti sia ormai assente, testimonia il percorso evolutivo che ha portato all’uomo moderno.
È importante sottolineare che la presenza o assenza del muscolo palmare lungo non indica un grado di “evoluzione” superiore o inferiore. Non è corretto vantarsi di essere più evoluti perché privi di questo muscolo, né sentirsi meno evoluti se lo si possiede ancora.
Il muscolo palmare lungo, per quanto considerato superfluo nell’uomo moderno, è ancora utilizzato in alcuni interventi chirurgici come innesto tendineo, grazie alla sua posizione e funzione ridondante, e può quindi avere un’utilità clinica.
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