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Questi lavoratori pronti a dire addio, 5200 posti di lavoro in meno: la previsione che distrugge il Natale

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Licenziamenti, pensionamenti non rimpiazzati e AI nei back office: queste aziende cambiano volto, ma la mossa scatena la rabbia dei sindacati.

Abn Amro, colosso bancario olandese tra i principali del Paese, ha annunciato un piano di riduzione del personale che coinvolgerà 5.200 unità entro il 2028. Il messaggio è arrivato a ridosso del periodo natalizio direttamente dalla CEO Marguerite Berard, che ha formalizzato la decisione come parte di una ristrutturazione interna volta a migliorare l’efficienza operativa. I primi segnali erano già arrivati il 3 novembre, quando 67 dipendenti del team sostenibilità sono stati licenziati. Una scelta significativa, considerando che si tratta della divisione incaricata di monitorare e ridurre l’impatto sociale e ambientale dell’istituto.

La riduzione annunciata non prevede un ridimensionamento delle filiali, ma l’introduzione massiccia di automazione e intelligenza artificiale. La decisione ha sollevato numerose critiche, in particolare dai sindacati, che giudicano paradossale la scelta di un’azienda in piena salute economica. Per i vertici di Abn Amro, però, è proprio grazie alla solidità finanziaria che si può intraprendere una trasformazione tanto radicale.

Non solo licenziamenti, ma pensionamenti non sostituiti

Secondo quanto dichiarato dai portavoce dell’istituto, non tutti i 5200 posti di lavoro saranno eliminati attraverso licenziamenti diretti. Una quota rilevante sarà assorbita dai pensionamenti previsti nel triennio, ai quali non seguiranno assunzioni sostitutive. Questo significa che centinaia di ruoli andranno semplicemente a scomparire, senza rimpiazzo.

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Non solo licenziamenti, ma pensionamenti non sostituiti – 3box.it

Il peso del cambiamento ricadrà dunque anche sulle strutture e i ritmi interni, con la progressiva eliminazione di attività considerate “ripetitive” o automatizzabili. Sarà l’intelligenza artificiale a gestire queste funzioni, alleggerendo i carichi operativi delle filiali ma anche svuotando di fatto intere aree lavorative. Una trasformazione che non riguarda solo la logistica o il supporto tecnico: coinvolgerà anche i comparti normativi, di sportello, di controllo e conformità.

Il discorso cambia quando si guarda alla direzione strategica. La decisione di non reintegrare le posizioni lasciate vuote dai pensionamenti non nasce soltanto da una valutazione economica, ma anche dalla volontà di ridisegnare il modello operativo, affidandosi a sistemi che secondo la dirigenza ridurranno il margine di errore umano.

L’intelligenza artificiale prende posto nei settori chiave

Già oggi, Abn Amro utilizza strumenti di intelligenza artificiale per la gestione di attività interne. Ma nel piano 2025-2028 è previsto un incremento sostanziale del loro impiego. L’AI verrà impiegata in particolare nel back office, nei controlli normativi, nella verifica anti-riciclaggio, e in tutte le mansioni manuali a basso valore aggiunto che secondo la banca possono essere più efficientemente gestite da algoritmi.

Nel mirino anche le operazioni di front-end, come l’assistenza ai clienti allo sportello o via call center. Qui, l’obiettivo dichiarato è ridurre i tempi e migliorare la precisione delle risposte, ma nei fatti si traduce in una drastica riduzione del personale impiegato nei contatti diretti con il pubblico.

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L’intelligenza artificiale prende posto nei settori chiave -3box.it

Secondo la CEO Berard, questa riconfigurazione consentirà alla banca di contenere i costi strutturali, aumentando la redditività nel lungo periodo. Un obiettivo che arriva in una fase economica favorevole per l’istituto, che nel 2024 ha beneficiato degli aumenti dei tassi d’interesse e del ritorno alla redditività dopo anni difficili tra la crisi del 2008 e la pandemia del 2020.

Il piano è però anche una reazione a problemi passati: nel 2021, Abn Amro è stata colpita da una maxi-multa per fallimenti nei controlli anti-riciclaggio. In risposta, la banca aveva rafforzato le sue divisioni interne con assunzioni extra. Ora che il sistema è stato aggiornato, parte di quel personale è considerato “in eccesso” rispetto alle nuove esigenze operative.

I sindacati attaccano: “Licenziare mentre si fanno profitti è vergognoso”

Dura la reazione delle sigle sindacali olandesi. Arne Gorter, rappresentante di FNV, ha definito la mossa “incomprensibile e vergognosa”. Secondo Gorter, la banca dimostra di considerare il personale soltanto come un costo da tagliare, nonostante i miliardi di utili generati nell’ultimo biennio.

Il punto critico, evidenziato dai sindacati, è proprio il paradosso tra crescita economica e tagli occupazionali. Dopo aver spinto sull’innovazione e sugli investimenti ESG — che hanno portato all’assunzione di personale qualificato per rispondere alle normative UE — ora Abn Amro sembra voltare le spalle a quel modello, smantellando proprio il reparto sostenibilità e rinunciando a una gestione più etica dell’impresa.

La decisione arriva in un momento delicato anche dal punto di vista sociale. Il settore bancario olandese, come altri in Europa, sta affrontando un lento ma continuo ridimensionamento dell’occupazione, e questa nuova ondata di “ottimizzazione” agita ulteriormente le acque.

Il messaggio che passa è chiaro: l’AI sarà parte integrante delle banche del futuro, ma a pagare il prezzo del cambiamento saranno, ancora una volta, i lavoratori.

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