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Pensionati italiani in fuga: le 5 mete che fanno gola per il basso costo della vita

Sempre più pensionati italiani scelgono queste destinazioni: mete, numeri e motivazioni di un fenomeno in crescita.

L’aumento del costo della vita, la ricerca di un clima più mite e regimi fiscali più vantaggiosi spingono un numero crescente di pensionati italiani a guardare oltre confine. Secondo i dati diffusi dall’INPS il 16 luglio 2025, gli assegni pagati all’estero superano le 300 mila unità, un numero in costante crescita. Nel 2023 il rapporto tra pensioni percepite fuori dall’Italia e pensionati residenti nel Paese ha raggiunto 33 ogni 100 mila, tre volte in più rispetto al 2010. Negli ultimi 15 anni i trasferimenti sono stati circa 33 mila, confermando un fenomeno che non accenna a rallentare.

I motivi che spingono alla partenza sono concreti: vivere in località dal clima favorevole, contenere le spese quotidiane, accedere a cure sanitarie affidabili e approfittare di normative fiscali più leggere rispetto a quelle italiane. Ma quali sono le destinazioni più gettonate?

Le mete più scelte dai pensionati italiani

La Spagna occupa il primo posto tra le mete preferite. Le regioni più ambite sono la Costa Blanca, le Canarie e la Costa del Sol, dove si combina un clima mite con costi immobiliari contenuti e un buon sistema sanitario. Lo spagnolo, lingua relativamente semplice da apprendere, rappresenta un ulteriore incentivo all’integrazione. Il Portogallo resta un’altra scelta molto popolare. A lungo ha offerto il regime dei residenti non abituali (NHR), che fino al dicembre 2023 prevedeva esenzioni fiscali quasi totali. Sebbene oggi le condizioni siano meno favorevoli, restano comunque più vantaggiose di quelle italiane. Lisbona, Porto e l’Algarve sono i poli principali per le comunità di pensionati italiani.

Lisbona
Lisbona sono i poli principali per le comunità di pensionati italiani – 3box.it

Una new entry negli ultimi anni è l’Albania, attrattiva per il basso costo della vita e la vicinanza geografica all’Italia. Città costiere come Valona, Durazzo e Saranda sono diventate mete richieste, anche per l’accoglienza della popolazione e i buoni collegamenti con la Penisola. Più a sud, la Tunisia si distingue per il clima caldo tutto l’anno e per l’imposizione fiscale quasi nulla sulle pensioni lorde percepite dall’Italia. Hammamet, Tunisi e Sousse ospitano comunità italiane sempre più consistenti, grazie anche alla vicinanza che consente facili rientri. Il Nord Europa, pur rappresentando un flusso minore, esercita attrazione su chi dispone di risorse economiche più elevate. Paesi come Svezia, Danimarca e Germania offrono servizi pubblici avanzati e un alto livello di sicurezza, anche se il clima rigido e i costi elevati impongono una valutazione più attenta.

Differenze di genere, vantaggi fiscali e regioni di partenza

L’analisi dei dati INPS mostra che la maggioranza dei pensionati che si trasferiscono all’estero sono uomini, circa il 60% del totale. Le donne, però, negli ultimi anni registrano un aumento costante, spesso spinte da motivi di ricongiungimento familiare o dal desiderio di vivere in contesti più sicuri e ben organizzati.

Uno dei fattori determinanti nella scelta resta la tassazione. Alcuni Paesi prevedono convenzioni bilaterali che consentono di percepire la pensione italiana al lordo, senza doppia imposizione. Oltre a Portogallo (per alcune categorie) e Tunisia, rientrano tra le mete fiscali favorevoli anche il Marocco, il Senegal e alcuni Paesi dell’Europa orientale. Informarsi sulle normative in vigore è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese. Non mancano poi i pensionati che inseguono il sogno di vivere su un’isola. Le Canarie, Malta, Creta e Cipro sono tra le destinazioni preferite per chi vuole abbinare mare, clima gradevole e comunità italiane già consolidate.

Dal punto di vista geografico, le regioni italiane da cui partono più pensionati sono Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Liguria, Lazio e Trentino Alto Adige. In queste aree i flussi migratori hanno radici storiche e culturali, mentre al Sud l’emigrazione pensionistica resta più contenuta, frenata dal peso dei legami familiari e da una minore disponibilità economica. I dati dimostrano che il fenomeno è ormai strutturale. L’Italia continua ad avere città adatte a una vita serena in pensione, ma sempre più connazionali scelgono l’estero per dare un nuovo significato agli anni del riposo, guidati da esigenze economiche, climatiche e sociali.

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