Nuove fotografie dallo spazio rivelano il lato più marziano del famoso “Occhio del Sahara“. Thomas Pesquet, astronauta francese dell’Agenzia spaziale europea (ESA) ha condiviso sul suo account Twitter nuove immagini del cosiddetto “Occhio del Sahara” nell’Africa occidentale scattate a più di 400 chilometri dalla superficie terrestre dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Nel social network, l’astronauta ha richiamato l’attenzione sulla somiglianza della formazione con la superficie di Marte a causa del suo colore rossastro e arancione, nonché della profonda rientranza che presenta al centro.
“Non ci sono nuvole in vista, ma i colori rosso e ocra si estendono fino all’orizzonte”, ha scritto Pesquet sull’immagine surreale. “Pensavo di essere in orbita attorno a Marte quando ho visto questa vista!”. La struttura Richat, il nome ufficiale del fenomeno, misura 50 chilometri di diametro ed è stata scoperta nel 1965 dagli astronauti della NASA James McDivit e Edward White durante la missione spaziale Gemini 4.
L’ipotesi iniziale dell’emergere di questa enigmatica formazione geologica nella Mauritania centrale indicava l’impatto di un meteorite caduto sulla Terra centinaia di anni fa. Tuttavia, studi successivi hanno rivelato che l’origine della struttura è interamente geologica e che era il risultato dell’effetto dell’erosione nel corso di milioni di anni.
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