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Nuova sentenza sulle multe stradali: ora rischi fino a 1.100 euro, ma c’è un modo sicuro per evitarle

Multe stradali: una nuova sentenza e le nuove sanzioni. Ora si paga fino a 1100 euro, però è possibile evitarle, ecco come.

Tra le notifiche più temute dai cittadini, le multe stradali occupano un posto di rilievo, soprattutto quando implicano l’obbligo di indicare il conducente responsabile dell’infrazione. La mancata comunicazione o l’incapacità di ricordare chi fosse alla guida può comportare sanzioni che arrivano fino a 1.100 euro, come stabilito da recenti interpretazioni della normativa vigente e confermato da sentenze della Corte Costituzionale.

Obbligo di comunicare il conducente: cosa dice la legge

L’articolo 126-bis del Codice della Strada impone al proprietario del veicolo, entro 60 giorni dalla notifica del verbale, di trasmettere alle autorità i dati del conducente che ha commesso l’infrazione. Questo adempimento è fondamentale perché la decurtazione dei punti sulla patente è una sanzione personale che non può essere applicata al proprietario se non era lui a guidare. La Corte Costituzionale, nella sentenza n. 27 del 2005, ha chiarito che il proprietario risponde solo del pagamento della sanzione pecuniaria, ma non subisce conseguenze sulla patente se non era il conducente.

In situazioni comuni come l’uso condiviso dell’auto tra familiari, veicoli aziendali utilizzati da diversi dipendenti o spostamenti avvenuti settimane prima, può risultare difficile individuare con precisione chi fosse al volante nel momento dell’infrazione.

Multe stradali e pagamenti – 3box.it

Ignorare la richiesta di comunicazione del conducente non è una scelta priva di conseguenze. L’omissione costituisce una violazione autonoma, che comporta una sanzione amministrativa aggiuntiva, con multe che vanno da 286 fino anche a 1.100 euro. Tuttavia, non sempre chi riceve la multa resta inerte: è possibile rispondere dichiarando di non ricordare chi fosse alla guida nel momento dell’infrazione.

La sentenza n. 165 del 2008 della Corte Costituzionale ha introdotto un’importante distinzione tra il comportamento del proprietario che tace o non rispetta i termini, e quello di chi fornisce una motivazione concreta per l’impossibilità di ricordare. La Consulta ha ribadito che non esiste un obbligo assoluto di memoria e che costringere il cittadino a ricordare ogni dettaglio violerebbe il diritto di difesa sancito dall’articolo 24 della Costituzione.

Perché la giustificazione sia accettata, però, è necessario spiegare le ragioni della dimenticanza. Tra le circostanze più ricorrenti considerate plausibili vi sono:

  • Il ritardo nella notifica, che rende difficile ricostruire eventi accaduti anche mesi prima.
  • L’uso condiviso del veicolo tra più persone.
  • Situazioni straordinarie come il furto dell’auto, debitamente documentato.

Nonostante ciò, l’autorità può comunque ritenere insufficiente la spiegazione e confermare la sanzione; in questi casi il proprietario ha il diritto di ricorrere al Giudice di Pace. Queste novità rappresentano un ulteriore passo verso una regolamentazione più stringente e precisa sia nel campo della mobilità urbana sia nella gestione dei rapporti condominiali, con un’attenzione particolare ai diritti e ai doveri di ciascun cittadino e proprietario.

Romana Cordova

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