Il gioco d’azzardo, in particolare i giochi online, è un fenomeno chiaramente in aumento nella società. Si stima che tra lo 0,02% e il 2% degli adulti sperimenterà la dipendenza dal gioco ad un certo punto della propria vita. Le cause che determinano se una persona svilupperà o meno una dipendenza sono complesse e non ancora del tutto comprese.
Ci sono diversi fattori di rischio che predispongono una persona a cadere in queste patologie, e ora uno studio condotto dal Bellvitge Biomedical Research Institute (Idibell) e dal Bellvitge University Hospital (HUB) ne ha trovato un altro, confermando che i geni dei fattori neurotrofici, piccoli proteine che regolano l’attività neuronale, sono associate alla dipendenza dal gioco. Nello specifico, lo studio descrive sei cambiamenti in questi geni che aumentano la vulnerabilità a questo tipo di dipendenza.
Confrontando le persone che soffrono di un disturbo del gioco con altre che sono libere dalla patologia, i ricercatori hanno identificato sei cambiamenti nella sequenza di tre neurotrofine, una delle quali è il fattore neurotrofico derivato dal cervello, noto come BDNF.
“Non significa che presentare queste variazioni genetiche causi o mantenga un disturbo del gioco d’azzardo, ma piuttosto che sia un fattore di rischio in più”, spiega la dott.ssa Susana Jiménez, leader del progetto pubblicato sulla rivista Scientific Reports, capo del Gruppo Idibell e coordinatore dell’Unità di Gioco Patologico HUB.
“Ci sono altri fattori – continua – che sono importanti, come l’impulsività, la ricerca di sensazioni o addirittura l’essere giovani e avere difficoltà a far fronte a situazioni di conflitto. L’associazione di tutti questi fattori è ciò che rende la persona molto più vulnerabile a sviluppare questa dipendenza”.
La scinetifica sottolinea che una patologia come la dipendenza dal gioco è “qualcosa di molto complesso, che colpisce gruppi di persone molto diversi e in cui intervengono fattori psicologici, sociali e biologici molto diversi”. Questo studio, sostiene, fornisce “uno strumento in più”, conoscendo “meglio i fattori genetici che implicano una maggiore vulnerabilità”.
Precedenti ricerche avevano già indicato il possibile ruolo dei geni dei fattori neurotrofici nella dipendenza dal gioco, ma questo nuovo studio rivela per la prima volta quali sono le variazioni specifiche che aumentano il rischio.
I fattori neurotrofici non solo svolgono un ruolo nelle dipendenze da gioco, ma ricerche precedenti hanno anche mostrato il loro coinvolgimento in altri disturbi psichiatrici come le dipendenze da sostanze.
Ora, il prossimo passo da compiere sarebbe, secondo la scienziata, “vedere l’associazione di queste variazioni genetiche con la gravità del disturbo per poter effettuare trattamenti, sia psicologici che farmacologici, il più personalizzati possibile, cosa nota come terapia di precisione”.
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