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I motivi di una Ferrari sottotono nel 2023

Tutti sognavano che il gap con la Red Bull e un super Max Verstappen potesse essere in qualche modo colmato in questa stagione e invece il risultato ottenuto dalla Ferrari in questa prima metà di annata è stato se possibile peggiore di quello dello scorso anno – distante non poco dalle prestazioni in prova e in gara dei campioni del mondo che non vedono l’ora di regalarsi un nuovo successo a fine anno. Pensare di spendere milioni di dollari per mettere in piedi una monoposto – come sapientemente raccontato da questo pezzo che spiega nel dettaglio il costo di una F1 – senza poi ottenerne una competitiva è frustrante, ma la Ferrari negli ultimi mesi ha dovuto confrontarsi con dei limiti che sperava (e pensava) non ci fossero. Con sommo dispiacere anche dei milioni di appassionati italiani e non, che magari analizzano le statistiche e guardano alle quote della F1 chiedendosi quando potranno tornare a puntare sulla scuderia di Maranello. Nel frattempo diamo una rapida occhiata ad alcune delle ragioni alla base della complicata stagione Ferrari.

I (tanti) problemi della Ferrari in una stagione tutta in salita

Da dove cominciare: beh, sicuramente dal passo gara che per la Rossa è diventato un vero e proprio tallone d’Achille: la Ferrari in più occasioni ha dimostrato a fine corsa di avere un ritmo – a serbatoio ormai scarico – paragonabile a quello della Red Bull che invece riesce di anche a pieno carico ad avere delle performance che restano inarrivabili per tutte le altre Scuderie. Non solo: a far vacillare la Ferrari in questa stagione è l’incapacità di riuscire ad affermarsi come seconda forza del mondiale, visto che spesso e volentieri viene “scalzata” da altre squadre che di volta in volta riescono a mettere il muso davanti a Charles Leclerc e Carlos Sainz. Nelle piste in cui il degrado gomme si è fatto più pesante poi, la Ferrari non è riuscita a garantire con il suo assetto il giusto bilanciamento per evitare di lasciare per strada “troppa” gomma – ottenendo quindi il risultato di abbassare con maggiore rapidità le proprie prestazioni.

Un generale problema che può essere inglobato in una dinamica più ampia che finisce all’interno delle considerazioni fatte per quel che riguarda l’assetto della macchina: settare la monoposto e studiare per essa la migliore strategia in prova, in gara, in griglia e in ogni situazione che può capitare, sembra essere l’altro grande punto debole del Cavallino – che ormai da diverse stagioni sta “facendo notizie” per le scelte a volte sciagurate fatte a livello di strategia di corsa. Il risultato finale, nonostante si cerchi il più possibile di essere positivi a riguardo, è che un campione e un astro nascente come Leclerc non è ancora riuscito a esprimere a pieno tutto il suo potenziale – tradito da una monoposto che ogni volta pare presentargli il conto. E se dovesse scocciarsi anche lui dei continui alti e bassi della Ferrari? Questo aprirebbe scenari che potrebbero rendere i problemi della Rossa di Maranello ancora più complicati da risolvere.

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