La memoria delle cellule adipose e il recupero del peso: un passo verso la comprensione del “yo-yo dieting”
La perdita di peso è un processo che richiede impegno e costanza, ma diventa ancora più frustrante quando il peso perso torna lentamente a crescere. Un recente studio suggerisce che le cellule adipose, responsabili dell’immagazzinamento del grasso, possiedano una sorta di “memoria” legata alla obesità passata, che potrebbe predisporle a crescere nuovamente quando esposte a una dieta ricca di grassi.
Secondo Dr. Katherine H. Saunders, medico specialista in obesità presso il Weill Cornell Medicine e co-fondatore di FlyteHealth, una società di software e servizi clinici per il trattamento medico dell’obesità, la ricerca “potrebbe aggiungere nuovi elementi al crescente corpo di prove che smontano l’idea che la mancanza di forza di volontà sia la causa principale del fenomeno del ‘weight cycling’“.
Questo fenomeno, noto anche come yo-yo dieting, si verifica quando, senza l’ausilio di farmaci o chirurgia bariatrica, la maggior parte delle persone che perde peso tramite dieta tende a recuperarlo nel giro di pochi anni. Le cause di questo effetto non sono ancora del tutto comprese, ma è probabile che fattori come la genetica, l’ambiente e la storia sanitaria giochino un ruolo cruciale.
Un recente studio pubblicato il 18 novembre sulla rivista Nature offre un’importante chiave di lettura per comprendere meglio questo fenomeno.
Le modifiche epigenetiche e la memoria delle cellule adipose
Quando si parla di modifiche epigenetiche, si fa riferimento a cambiamenti chimici sul DNA che non alterano la sequenza genetica, ma influenzano come il corpo “legge” tale sequenza. Questi cambiamenti possono essere causati da vari fattori, come dieta, inquinamento o stress, e modificano la funzione cellulare, alterando il comportamento delle cellule stesse. Nel contesto dello studio, i ricercatori hanno osservato che, nonostante la perdita di peso nei topi alimentati con una dieta ad alto contenuto di grassi, le cellule adipose continuavano a presentare modifiche epigenetiche che si erano verificate durante la fase di aumento di peso.
Gli scienziati hanno condotto esperimenti su topi che, dopo essere stati sottoposti a una dieta ricca di grassi, sono stati riportati a una dieta normale per ridurre il peso in eccesso. Sebbene i topi avessero perso il peso guadagnato e risultassero metabolicamente indistinguibili da quelli mai alimentati con una dieta grassa, le loro cellule adipose mostravano ancora segni di modifiche epigenetiche legate all’obesità. Questi cambiamenti, quindi, suggeriscono che le cellule di grasso possano “ricordare” il loro stato precedente, anche dopo una dieta dimagrante.
Per verificare se questi effetti si riscontrano anche negli esseri umani, i ricercatori hanno analizzato le cellule adipose di persone che avevano subito un intervento di chirurgia bariatrica. I risultati hanno mostrato modelli di attività genica che indicano che anche nell’uomo potrebbero verificarsi modifiche epigenetiche persistenti anche dopo la perdita di peso. Come ha spiegato Laura Hinte, coautrice dello studio e dottoranda in nutrizione ed epigenetica metabolica presso l’ETH di Zurigo, queste modifiche potrebbero essere la causa del fatto che le cellule adipose non “dimenticano” il loro passato.
Possibili implicazioni e sfide future
Sebbene lo studio non dimostri in modo definitivo che le modifiche epigenetiche siano la causa diretta del recupero del peso, i risultati suggeriscono fortemente che questi meccanismi possano giocare un ruolo importante nell’influenzare l’obesità. Dr. Fatima Cody Stanford, professoressa associata di medicina e pediatria presso la Harvard Medical School, ha sottolineato che questa ricerca offre spunti utili per comprendere meglio le difficoltà nel mantenere la perdita di peso, ma ha anche avvertito che le osservazioni sui topi potrebbero non rappresentare completamente la complessità dell’obesità umana. Inoltre, ha aggiunto che, al momento, la scienza non ha ancora identificato molte molecole in grado di modificare l’epigenetica del DNA nelle cellule.
Tuttavia, questa ricerca ha rafforzato l’idea che una intervento precoce sia cruciale non solo per contrastare l’aumento di peso, ma anche per evitare il recupero del peso perduto. In effetti, come ha concluso Dr. Saunders, la scoperta di una memoria cellulare legata all’obesità rinforza l’importanza di agire tempestivamente per prevenire il ciclo di aumento e perdita di peso.
In sintesi, lo studio evidenzia come i processi biologici legati all’obesità possano essere più complessi di quanto si pensasse, aprendo nuove prospettive per la comprensione e il trattamento del fenomeno del recupero del peso. Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti, le implicazioni di queste scoperte potrebbero rappresentare un punto di partenza per sviluppare approcci terapeutici più mirati ed efficaci contro l’obesità e il weight cycling.