Mangiare troppo spreca molto più cibo di quanto non venga gettato, secondo recenti ricerche. Un gruppo di ricercatori in Italia ha proposto un modo per misurare l’impatto ecologico dello spreco alimentare globale a causa del suo consumo eccessivo.
Innanzitutto, hanno stimato il peso in eccesso netto della popolazione di ciascun paese, in base all’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) e all’altezza. Hanno distribuito il loro contenuto energetico tra i gruppi alimentari in base alla disponibilità nazionale.
Il peso corporeo in eccesso corrisponde a circa 140 miliardi di tonnellate di rifiuti alimentari in tutto il mondo.
Questa cifra è una fotografia degli eccessi alimentari accumulati nell’attuale popolazione mondiale, non un tasso di consumo eccessivo. Tuttavia, è un ordine di grandezza maggiore dell’attuale spreco alimentare diretto annuale, stimato in 1,3 miliardi di tonnellate.
L’impatto sproporzionato dello spreco alimentare metabolico aumenta quando vengono calcolati i suoi costi ecologici. Utilizza valori per chilo di migliaia di valutazioni del ciclo di vita degli alimenti.
Frutta, verdura, radici e tuberi hanno i più alti tassi di spreco diretto, ma un consumo eccessivo di energia è dominato da alimenti più densi di calorie. Questi generalmente coinvolgono più terra, acqua e gas serra.
Tanto è l’impatto che la crescita degli sprechi alimentari metabolici del mondo dovrebbe generare l’equivalente di 240 miliardi di tonnellate di CO2.
Secondo la recente ricerca, apparsa su Frontiers Research Foundation, questa è approssimativamente la quantità che l’umanità ha liberato bruciando combustibili fossili negli ultimi sette anni.
In particolare, l’Unione Europea, il Nord America e l’Oceania contribuiscono insieme a questa stima e al resto del mondo combinato, con carne, uova e prodotti lattiero-caseari che rappresentano il 75%.
Le cifre totali di terra e acqua sono più difficili da interpretare, dal momento che non tengono conto di quanto tempo è necessario alla terra per coltivare cibi diversi o della ridistribuzione dell’acqua, che non si perde solo attraverso l’agricoltura.
I calcoli si basano sulla disponibilità nazionale dei principali prodotti alimentari, non sull’assunzione media di cibo o sulle fonti tipiche di calorie in eccesso tra le persone in sovrappeso.
Inoltre, come pubblicato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel suo ultimo rapporto, il consumo eccessivo di prodotti di origine animale in Occidente è probabilmente il maggiore contributo ai cambiamenti climatici.
Pertanto, mangiare troppo non è solo un male per la nostra salute, ma anche per il pianeta.
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