Legge 104, cambio radicale: orari di lavoro flessibili obbligatori per chi assiste parenti disabili
Legge 104: i datori di lavoro dovranno garantire orari flessibili ai caregiver che assistono parenti con disabilità grave. Ecco cosa cambia davvero.
Fino a ieri la Legge 104 garantiva strumenti importanti come permessi retribuiti e congedi straordinari, ma non sempre sufficienti a conciliare vita privata e professione. Oggi, grazie a una storica sentenza dell’11 settembre 2025 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il quadro cambia radicalmente.
Le aziende non potranno più ignorare le esigenze di chi assiste un familiare con disabilità grave: gli orari di lavoro dovranno essere adattati, obbligatoriamente, alle necessità del caregiver. Quella che a lungo è stata considerata una individuale diventa ora un diritto riconosciuto a livello europeo, destinato a migliorare la vita di milioni di lavoratori e famiglie.
Legge 104: cosa prevede la nuova sentenza per i caregiver
La Corte di Giustizia ha stabilito la protezione contro la discriminazione che non riguarda solo la persona con disabilità, ma si estende anche a chi se ne prende cura. È un passaggio fondamentale, perché riconosce il ruolo sociale e insostituibile del caregiver familiare. In pratica, i datori di lavoro sono obbligati a valutare richieste come quella di diventare più flessibile o stabile, cambi di orario per seguire terapie e visite mediche, riorganizzazione delle mansioni per conciliare cura e professione. Non si tratta di una concessione volontaria, ma di un obbligo sancito dal diritto europeo.
A portare la domanda fino a Lussemburgo è stata una lavoratrice romana, addetta alla sorveglianza della metropolitana e madre di un figlio con disabilità grave. La donna aveva chiesto di poter lavorare stabilmente al mattino per assistere il figlio nel pomeriggio, ma l’azienda aveva negato. Dopo anni di causa, e sconfitte la vicenda è arrivata in Cassazione. I giudici italiani, riconoscendo la portata del problema, hanno rimesso la questione alla Corte di Giustizia UE e da lì è arrivata la svolta.

Da oggi i datori di lavoro non potranno più rispondere con un “no” generico alle richieste dei dipendenti caregiver. Saranno obbligati ad avviare un dialogo e trovare soluzioni concrete, a meno che non dimostrino con dati oggettivi che l’adattamento richiesto comporterebbe un onere sproporzionato per l’organizzazione.
Non basteranno più frasi come “non si è mai fatto” o “è troppo complicato” ma serviranno prove concrete. L’impatto di questa decisione è enorme. In Italia, la platea dei beneficiari comprende chi assiste coniugi, partner o parenti entro il secondo grado riconosciuto con disabilità grave ai sensi della Legge 104.
Si tratta di una vera rivoluzione culturale dove il lavoratore non è più visto solo come risorsa produttiva, ma come persona immersa in una rete di affetti e responsabilità. Per milioni di famiglie italiane ed europee questo significa poter contare, finalmente, su un equilibrio più umano tra lavoro e cura.