Il Sole potrebbe distruggere la Terra con un super brillamento

Nei prossimi 100 anni, il Sole potrebbe lanciare una sorta di “super flare” che finirebbe con il distruggere il nostro pianeta. Gli astronomi hanno scoperto che una specie di [...] ..

Il Sole potrebbe distruggere la Terra con un super brillamento.

Nei prossimi 100 anni, il Sole potrebbe lanciare una sorta di “super flare” che finirebbe con il distruggere il nostro pianeta.

Gli astronomi hanno scoperto che una specie di super-bagliori potrebbero distruggere la Terra nei prossimi 100 anni da adesso, come dimostrato da un’indagine che è stata presentata al Meeting dell’American Astronomical Society a San Luis.

Le indagini sottolineano che il Sole è in grado di lanciare delle super brillamenti (eruzione solare) in direzione della Terra, cosa che causerebbe la distruzione del pianeta. Questo tipo di potenti fenomeni avviene solo una volta ogni mille o duemila anni.

Lo studio condotto principalmente da Yuta Notsu, dell’Università del Colorado a Boulder, negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal, ha cercato super brillamenti in giovani stelle diverse dal Sole attraverso il Telescopio Spaziale Kepler.

Super brillamenti appaiono anche in stelle più piccole.

Gli esperti hanno sottolineato che questo tipo di fenomeno è “troppo strano” e c’è la possibilità che un super brillamento apparirà nel nostro Sole nei prossimi 100 anni. Inoltre, i dati indicano che anche le stelle più piccole tendono a presentarle.

Gli esperti affermano anche che i primi segnali di un brillamento di questo tipo inizieranno danneggiando le reti di comunicazione, oltre alle reti energetiche, i guasti nei satelliti che sono in orbita e altri sistemi elettronici sul nostro pianeta.

Risolto il mistero dei brillamenti solari.

In temi dell’Universo e dello spazio le predizioni sono quasi impossibili, come nel caso della forza e del potere dei brillamenti solari che senza dubbio portano alcune influenze sulla Terra. Per questo motivo gli scienziati lavorano faticosamente nel facilitare la previsione della loro forza e del loro potere: per evitare danni al nostro pianeta, e recentemente lo hanno fatto attraverso uno studio.

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Modello solare.

Questo è un gruppo di scienziati francesi che è riuscito a sviluppare un modello in grado di identificare il meccanismo attraverso il quale si formano i brillamenti solari che non hanno eiezioni nella corona del sole. Due versioni derivano da questo modello. Il primo è incaricato di creare un collegamento tra l’aspetto dei brillamenti e la struttura della fiamma. L’altra versione suggerisce la forza magnetica del brillamento solare che diventa instabile durante la sua comparsa.

Bagliore solare.

Lo studio condotto dal gruppo di scienziati francesi è stato pubblicato sulla rivista Nature. Spiega la ricostruzione del cavo di flusso che durante il 24 ottobre 2014 ha generato un brillamento solare non accompagnato da un’espulsione di massa coronale. È stato spiegato che questo cavo di flusso era all’interno di una gabbia magnetica.

Tra le altre aggregazioni, lo studio afferma che questo tipo di brillamenti solari sono così potenti da essere in grado di emettere radiazioni verso la Terra, tanto da mettere in allerta i sistemi di telecomunicazione terrestri.

Gabbia magnetica.

Per quanto riguarda le radiazioni dell’ottobre 2014, è stato detto che se la gabbia magnetica del Sole in quell’eruzione solare non fosse stata abbastanza forte, sarebbe stata molto più potente e avrebbe creato molti più problemi sul nostro pianeta.

Ora la sua ricerca, di cui Tahar Amari è il principale contributore, potrebbe aiutare a prevedere quanta energia può essere generata ed emessa durante un brillamento solare. Lo stesso dell’impatto che avrebbe avuto non solo sul Sole stesso ma su altri pianeti, principalmente sulla Terra, oltre ai suoi impatti e pericoli, perché in un modo o nell’altro sono un rischio.

Il più forte brillamento solare del 2018.

In questo stesso contesto è importante ricordare che, il 7 febbraio, è stata una giornata davvero impressionante per gli scienziati dell’Istituto di Fisica Lebedev dell’Accademia Russa delle Scienze, perchè quel giorno hanno catturato un fatto molto importante al Sole: è stato il più forte brillamento solare del 2018.

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Questa nuova “fiammata” del Sole è iniziata il 4 febbraio, dove la sua radiazione elettromagnetica era 10 volte superiore al normale, ed è continuata fino al giorno 7. Un fatto che è stato contrassegnato nelle osservazioni solari, perché da ottobre 2017 il Sole non aveva mostrato nessuno comportamento così scioccante: qualcosa di veramente impressionante.