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Hikikomori: estremo isolamento sociale

Esperti sui fenomeni giapponesi dell’hikikomori affermano che la condizione di estremo isolamento sociale è più diffusa di quanto precedentemente riconosciuto e merita una definizione chiara e coerente per migliorare le cure in tutto il mondo. In un articolo pubblicato nel numero di febbraio della rivista World Psychiatry, gli esperti citano la mancanza di un’ampia comprensione clinica della condizione.

Sebbene l’hikikomori sia tipicamente associato ai giovani adulti in Giappone, i ricercatori affermano che molti degli stessi criteri per l’isolamento sociale diffuso si applicano alle persone in tutto il mondo, compresi gli anziani e i genitori casalinghi. Gli autori scrivono che una definizione chiara e semplificata migliorerà il riconoscimento e il successivo trattamento per le persone con la condizione.

L’articolo evidenzia quattro aspetti chiave della nuova definizione proposta di hikikomori:

  1. Homebound: la definizione proposta chiarisce la frequenza del tempo trascorso fuori casa, pur rispettando la definizione di “marcato isolamento sociale”.
  2. Evita le persone: alcune persone scelgono di evitare situazioni e interazioni sociali non perché sono ansiose ma perché soddisfano il loro livello di comfort. La definizione suggerita di recente, quindi, elimina come criterio l’evitamento delle situazioni sociali.
  3. Migliore definizione di angoscia: molte persone con diagnosi di hikikomori riferiscono di essere soddisfatte del loro ritiro sociale. Tuttavia, man mano che la durata del ritiro sociale si allunga, aumentano la loro angoscia e i sentimenti di solitudine.
  4. Altri disturbi: condizioni di salute mentale concomitanti come la depressione non dovrebbero escludere i pazienti dalla valutazione e dalla diagnosi di hikikomori. “A nostro parere, la frequenza di condizioni concomitanti aumenta l’importanza di affrontare il ritiro sociale come problema di salute”, scrivono.

L’autore principale Alan Teo, MD, professore associato di psichiatria presso la Oregon Health and Sciences University School of Medicine e ricercatore e psichiatra presso il Portland VA Health Care System, ha affermato:

“La professione medica non ha tradizionalmente riconosciuto l’isolamento sociale come un problema di salute”.

“C’è un problema culturale all’interno della medicina a cui non prestiamo attenzione e non pensiamo sia sulla nostra strada”, ha detto. Questi sono problemi condivisi, sia che si tratti di un portlandesi di 80 anni che riceve cibo su ruote che vive da solo o di un diciottenne con hikikomori in Giappone. Ironia della sorte, gli strumenti moderni per migliorare la comunicazione potrebbero avere l’effetto opposto.

Redazione Breaking News

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