La fame continua a rappresentare un problema di rilevanza mondiale. Nonostante il pianeta disponga delle risorse necessarie per produrre cibo sufficiente a nutrire tutti, una parte considerevole della popolazione mondiale vive in condizioni di malnutrizione. Secondo il Rapporto Mondiale sulle Crisi Alimentari, nel 2023, oltre il 20% della popolazione in 59 paesi ha sofferto di fame acuta. Questo dato, sebbene segni un leggero miglioramento dell’1,2% rispetto all’anno precedente, evidenzia un problema che si è aggravato notevolmente a causa della crisi generata dalla pandemia di COVID-19.
La problematica della fame non è recente. Nel 1980, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) proclamò il 16 ottobre come Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Questa data, celebrata per la prima volta un anno dopo, è simbolica: coincide con l’anniversario della creazione della FAO e serve a ricordare che un’alimentazione adeguata è un diritto universale, come sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Negli ultimi decenni, la crisi alimentare ha assunto proporzioni sempre più preoccupanti. La malnutrizione non è solo il risultato della mancanza di cibo, ma anche della scarsa qualità degli alimenti disponibili e delle disuguaglianze socioeconomiche. Molti paesi, infatti, si trovano a dover affrontare il paradosso della fame in un contesto di abbondanza alimentare globale.
Per affrontare il problema della fame e della malnutrizione, gli esperti evidenziano l’importanza della sovranità alimentare. Questo concetto, che sta guadagnando sempre più attenzione in un mondo globalizzato, fa riferimento al diritto delle comunità di determinare le proprie politiche e strategie sostenibili per la produzione, distribuzione e consumo di cibo. La sovranità alimentare pone l’accento sulla necessità di sostenere la piccola e media agricoltura, piuttosto che favorire l’agroestrattivismo, che spesso porta a conseguenze ambientali devastanti.
La sovranità alimentare è al centro dell’incontro annuale “Nos Plantamos”, che si svolge ad Allariz, in Spagna, dal 17 al 20 ottobre. Questo evento riunisce oltre 200 partecipanti con l’obiettivo di promuovere e sostenere modelli di agricoltura e consumo agroecologico. L’incontro si propone di costruire un’agenda che garantisca il “diritto di accesso a cibi sani, prodotti in modo giusto e sostenibile”.
La sfida è urgente: il numero di persone dedicate all’agricoltura familiare è in calo, mentre aumenta la superficie delle grandi aziende agricole. Questo fenomeno non solo mette a rischio la sicurezza alimentare, ma contribuisce anche all’erosione delle comunità rurali e alla perdita di biodiversità.
In Spagna, i partecipanti a “Nos Plantamos” denunciano una situazione in cui “esiste un’agricoltura senza agricoltori”. Questo scenario è caratterizzato da politiche agricole favorevoli a chi detiene il potere economico e influenze attraverso gli accordi di libero commercio. L’industrializzazione agricola ha portato a un predominio di modelli produttivi che favoriscono i grandi gruppi agroalimentari, a discapito delle piccole realtà locali.
In questo contesto, i promotori dell’incontro affermano che “i discorsi politico-sociali dell’estrema destra si stanno appropriando dei problemi del campo”. È importante riconoscere che “il problema dei produttori non sono le leggi ambientali, né le restrizioni all’uso di fitosanitari”. Le vere cause della crisi agricola risiedono nella speculazione agroindustriale, nel negazionismo climatico e nel controllo esercitato dalle grandi aziende su ciò che si produce, distribuisce e consuma.
Per affrontare le sfide legate alla fame e alla sostenibilità, i promotori di “Nos Plantamos” hanno redatto un manifesto che sottolinea l’importanza di un’agricoltura familiare e sociale basata sull’agroecologia. Questa forma di agricoltura non solo offre cibi sani e sostenibili, ma crea anche coesione sociale e sostiene le comunità rurali.
Il manifesto richiama l’attenzione su alcuni punti chiave:
Queste proposte mirano a costruire sistemi alimentari che siano realmente sostenibili e resilienti di fronte alla crisi ecosociale, climatica e di biodiversità che minaccia la nostra sicurezza alimentare.
La crisi della fame nel mondo è un problema complesso che richiede una risposta articolata e multidimensionale. È cruciale che governi, organizzazioni internazionali, agricoltori e consumatori collaborino per promuovere una sovranità alimentare che garantisca il diritto a un’alimentazione adeguata per tutti. Solo attraverso l’adozione di modelli agricoli sostenibili e il sostegno all’agricoltura locale possiamo sperare di affrontare efficacemente la fame e la malnutrizione.
Con la crescente consapevolezza delle sfide che ci attendono, eventi come “Nos Plantamos” rappresentano opportunità preziose per discutere e costruire un futuro migliore. La strada da percorrere è lunga, ma è fondamentale che il nostro impegno collettivo si traduca in azioni concrete per garantire che ogni individuo abbia accesso a cibo sano e nutriente.
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