La NASA ha pubblicato mercoledì l’immagine più recente catturata dalla telecamera nel vicino infrarosso (NIRCam, per il suo acronimo in inglese) del suo telescopio James Webb mentre si concentra su una regione dello spazio nota come The Pillars of Creation (I Pilatri della Creazione).
In quest’area, situata all’interno della grande Nebulosa dell’Aquila, a 6500 anni luce dalla Terra, si formano nuove stelle all’interno di dense nubi di gas e polvere interstellari freschi, sotto forma di colonne tridimensionali. Poiché queste nuvole sono semitrasparenti alla luce del vicino infrarosso, la fotocamera ha catturato immagini con un livello di dettaglio senza precedenti.
Nel 1995, il telescopio spaziale Hubble della NASA ha reso famosi i Pilastri della Creazione con la sua prima immagine in luce visibile. Nel 2014 ha ripreso un’immagine di quella regione, già più ampia e nitida, anche se sempre in luce visibile. Nel 2020 Hubble l’ha fotografata con il suo strumento di acquisizione a infrarossi, fornendo ai ricercatori nuovi dettagli su questa regione, letteralmente traboccante di stelle.

Ora, la nuova visione di Webb della risoluzione e dei dettagli estremi consentirà agli astronomi di ottenere una comprensione più chiara di come si formano le stelle e lasciano queste nuvole nel corso di milioni di anni. Saranno anche in grado di rinnovare i loro modelli di formazione stellare, identificando e contando accuratamente le stelle di nuova formazione e quantificando il gas e la polvere nell’area.
Una culla di stelle
Quando i nodi massicci si formano all’interno di pilastri di gas e polvere, iniziano ad amalgamarsi per gravità e si riscaldano lentamente per dare vita a nuove stelle. Le stelle di nuova formazione sono visibili in tonalità rosso vivo nell’immagine Webb, che in genere hanno picchi di diffrazione e si trovano al di fuori di alcuni pilastri di polvere.
Le linee ondulate ai bordi di alcuni pilastri, che nell’immagine sembrano lava, sono getti di plasma e materia provenienti da stelle che si stanno ancora formando all’interno del gas e della polvere. Giovani stelle, di poche centinaia di migliaia di anni, lanciano periodicamente questi getti supersonici che si schiantano contro nuvole di materiale denso, come quelle in questi spessi pilastri, provocando a volte onde d’urto, che possono formare schemi ondulati. Il bagliore cremisi, invece, proviene da molecole di idrogeno altamente energetiche prodotte da getti e onde d’urto.

La Nasa chiarisce che, sebbene nell’immagine possa sembrare che la luce del vicino infrarosso abbia consentito a Webb di ‘passare attraverso’ le nubi di polvere e gas traslucido, l’area nota come ‘mezzo interstellare’, nella parte più densa del disco di la Via Lattea, blocca la vista dell’universo più profondo.