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Forfettari nel mirino: arrivano flat tax potenziata e rottamazione selettiva

Flat tax : riguarda i forfettari, si va verso la rottamazione selettiva dei debiti. Tutto quello che c’è da sapere al riguardo.

In vista della Legge di Bilancio 2026, il dibattito fiscale italiano si concentra su due importanti proposte che potrebbero rivoluzionare la gestione delle partite IVA: l’estensione della flat tax al 15% per i contribuenti che adottano il regime forfettario fino a un tetto di 100.000 euro di ricavi annui e l’introduzione di una rottamazione selettiva dei debiti fiscali, conosciuta come rottamazione quinquies. Queste misure, se approvate, segnerebbero un significativo passo avanti nella semplificazione fiscale e nella tutela della capacità contributiva.

La flat tax al 15% fino a 100.000 euro: una svolta per i forfettari

Attualmente, il regime forfettario prevede un’imposta sostitutiva del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni in presenza di requisiti specifici, sostituendo IRPEF, addizionali e IRAP. Tuttavia, questo regime è accessibile solo a chi non supera la soglia di 85.000 euro di ricavi annui. Il Governo propone di elevare questo limite a 100.000 euro, con l’obiettivo di ampliare la platea di professionisti e microimprenditori beneficiari, offrendo un sistema fiscale più semplice e competitivo rispetto ad altri Paesi europei.

Questa estensione della flat tax rappresenterebbe una sorta di “premialità” per attività con basso volume operazionale, incentivando la crescita delle microimprese e la regolarità fiscale. Tuttavia, per mantenere l’accesso al regime agevolato, i contribuenti dovranno rispettare alcune condizioni fondamentali, quali i limiti di spesa in personale dipendente o collaborazioni e il rispetto della regolarità contributiva. In caso di violazioni, la perdita del beneficio scatterebbe già dall’anno successivo.

Novità su flat tax e forfettari – 3box.it

Nonostante l’interesse politico interno, l’estensione del limite a 100.000 euro si scontra con limiti imposti dalla normativa europea. Dal 1° gennaio 2025, la direttiva UE 2020/285 ha abrogato le franchigie IVA differenziate per le piccole imprese, uniformando la franchigia a livello comunitario. Ciò rende complicata, se non impossibile, l’estensione unilaterale del limite nazionale del regime forfettario per operazioni interne.

Per procedere con questa modifica, l’Italia dovrebbe avviare un iter di revisione delle normative comunitarie, un percorso lungo e incerto, difficilmente conciliabile con le scadenze della legge di bilancio 2026. Questa barriera normativa rappresenta una delle principali criticità che il Governo dovrà affrontare nei prossimi mesi.

Rottamazione quinquies: una definizione agevolata dei debiti fiscali mirata

Parallelamente alla flat tax, si sta discutendo l’introduzione di una rottamazione selettiva dei debiti fiscali e contributivi, denominata rottamazione quinquies. Questa misura mira a evitare il condono fiscale di massa, indirizzandosi invece a categorie selezionate di contribuenti in difficoltà reale: piccoli imprenditori in crisi, professionisti con calo di reddito e famiglie con ISEE al di sotto di soglie prestabilite.

La proposta intende quindi bilanciare l’esigenza di equità sociale con la responsabilità fiscale, scoraggiando comportamenti di mancato adempimento sistematico. Tuttavia, l’efficacia della rottamazione quinquies dipenderà dalla capacità della politica di calibrare con precisione i criteri di accesso, l’importo minimo dei debiti agevolabili e i tempi per l’adesione, evitando così l’esclusione di soggetti in reale difficoltà.

L’estensione del regime forfettario potrebbe incentivare l’emersione di molte micro-attività legali, ma al contempo rischia di accentuare le differenze tra lavoro autonomo e lavoro subordinato, quest’ultimo privo di analoghe agevolazioni fiscali. Diversi sindacati e categorie sociali hanno espresso preoccupazione per questo possibile squilibrio, sottolineando la necessità di un intervento equilibrato che non crei disparità ingiustificate.

D’altro canto, la rottamazione selettiva, pur mirando a una maggiore equità, potrebbe risultare troppo rigida se i parametri applicati fossero eccessivamente restrittivi, escludendo soggetti che versano in difficoltà economiche reali. La sfida politica sarà dunque trovare un equilibrio che concilie giustizia sociale e sostenibilità economica.

Romana Cordova

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