Secondo recenti studi condotti da un gruppo di scienziati, è stato riferito che il disgelo del permafrost interesserà circa il 70% delle infrastrutture nelle città polari di Russia, Canada e Stati Uniti.
Negli ultimi anni, il problema del riscaldamento dell’Artico è stato fonte di preoccupazione per i climatologi, in quanto potrebbe portare alla rapida scomparsa delle riserve di permafrost che sono sorte nel suolo siberiano, Alaska e le regioni polari del Canada durante l’ultima glaciazione.
Lo scongelamento causerà che la sostanza organica congelata e accomulata nel corso di milioni di anni inizi ad andare in putrefazione, causando il rilascio di metano e anidride carbonica nell’atmosfera. Allo stesso tempo, gli incendi naturali la faranno bruciare, accelerando ulteriormente il riscaldamento globale.
Secondo i ricercatori, tra le altre pericolose conseguenze del riscaldamento globale c’è il fatto che molte città costruite nel territorio della tundra nell’Artico russo, canadese, europeo e americano, possono letteralmente crollare a causa della fusione del permafrost.
Infine, secondo la valutazione effettuata dagli scienziati, i climatologi hanno stimato gli effetti della fusione del permafrost nei prossimi 30-40 anni e le conclusioni non sono molto promettenti. Lo scioglimento del permafrost interesserà più della metà delle città artiche dei cinque paesi, indipendentemente dal fatto che l’umanità si occupi o meno del riscaldamento globale.
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