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Decreto Giustizia, soldi subito: come riceve gli indennizzi senza perdere tempo in tribunale

Giustizia, indennizzo immediato per processi troppo lunghi: nuove regole e scadenze per i creditori. Tutto quello che c’è da sapere.

Il recente Decreto Giustizia n. 117/2025, entrato in vigore lo scorso agosto, segna una svolta significativa nel sistema di equa riparazione previsto dalla Legge Pinto (L. 89/2001), che tutela i cittadini vittime di processi eccessivamente lunghi. Fino a oggi, infatti, chi subiva ritardi giudiziari doveva attendere la conclusione definitiva del procedimento per poter richiedere l’indennizzo previsto dalla legge: un’attesa che poteva protrarsi per anni e rappresentava un doppio svantaggio per chi già soffriva le inefficienze della giustizia.

Indennizzo immediato senza attendere la sentenza definitiva

Con il nuovo decreto è stata eliminata questa anomalia procedurale: ora è possibile avanzare richiesta di risarcimento non appena superati i termini massimi stabiliti dalla normativa sui tempi dei processi civili e penali. In particolare, i limiti temporali sono fissati a tre anni per il primo grado di giudizio, due anni per l’appello, un anno per la Cassazione; inoltre si considerano tre anni anche nei casi relativi all’esecuzione forzata e sei anni nelle procedure concorsuali.

Questa innovazione consente ai cittadini di agire tempestivamente contro le lungaggini della giustizia senza dover aspettare inutilmente la sentenza definitiva o rischiare che scada il termine utile entro cui presentare domanda (prima fissato a sei mesi dopo la conclusione del processo).

La modifica legislativa recepisce quanto già indicato in passato da importanti pronunce della Corte Costituzionale — come le sentenze n. 30/2014 e n. 88/2018 — che avevano dichiarato incostituzionale l’obbligo dell’attesa post-processo prima dell’accesso all’indennizzo.

Non meno rilevanti sono state le pressioni provenienti dall’Europa, con numerose condanne inflitte all’Italia dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a causa dei tempi biblici della giustizia nazionale. Per evitare ulteriori sanzioni internazionali e migliorare l’immagine del sistema giudiziario italiano agli occhi delle istituzioni comunitarie, il legislatore ha dovuto intervenire con urgenza introducendo regole più efficaci ed equilibrate.

lungaggiini dei tribunali e indennizzi
Si accorciano le lungaggini dei tempi dei tribunali – 3box.it

Il Decreto Giustizia non si limita però ad anticipare i termini entro cui chiedere l’equa riparazione ma introduce anche nuove disposizioni stringenti riguardo alla fase successiva al riconoscimento del diritto al risarcimento.

Chi ottiene tale riconoscimento deve obbligatoriamente presentare una dichiarazione formale all’Amministrazione competente entro un anno dalla pubblicazione del decreto stesso; in caso contrario decade totalmente dal diritto al pagamento — non solo dagli interessi come accadeva precedentemente — evitando così possibili speculazioni da parte dei creditori intenzionati a procrastinare inutilmente le richieste pur sapendo che matureranno maggiorazioni economiche sulle somme dovute.

Sono previste tuttavia garanzie procedurali: se la documentazione risultasse incompleta o irregolare sarà possibile integrare o correggere gli errori prima dell’emissione dell’ordine di pagamento definitivo; fino ad allora però né gli interessi né altre somme aggiuntive potranno essere corrisposti.

Semplificazioni burocratiche ed efficacia retroattiva

Tra gli altri cambiamenti rilevanti vi è anche l’eliminazione dell’obbligo biennale introdotto nel 2025 relativo al rinnovo periodico delle dichiarazioni da parte dei creditori; ora sarà direttamente l’Amministrazione pubblica ad attivarsi qualora necessiti aggiornamenti documentali o informazioni integrative riducendo così oneri amministrativi gravosi sui cittadini coinvolti nelle procedure d’indennizzo.

Le nuove norme hanno inoltre carattere retroattivo estendendosi alle domande accolte dal primo gennaio 2022 in poi – data coincidente con l’avvio ufficiale del sistema telematico dedicato alla gestione delle istanze relative alla Legge Pinto –, garantendo uniformità applicativa su tutte le posizioni aperte negli ultimi tre anni circa.

Infine viene rafforzata notevolmente anche la trasparenza informativa attraverso obblighi specifici volti ad assicurare una corretta comunicazione ai beneficiari circa diritti e doveri derivanti dalle nuove disposizioni normative: ciò rappresenta un ulteriore passo verso una giustizia più accessibile ed equa centrata sulle esigenze reali degli utenti piuttosto che su cavilli burocratici spesso ostativi.

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