Cambiamento climatico, anche le stelle marine potrebbero scomparire

Ormai ci si è accorti di quanto l’attenzione e il rispetto nei confronti dell’ambiente debba essere prioritario nella vita di tutti i giorni. Certo, non si può puntare tutto [...] ..

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Ormai ci si è accorti di quanto l’attenzione e il rispetto nei confronti dell’ambiente debba essere prioritario nella vita di tutti i giorni. Certo, non si può puntare tutto solo ed esclusivamente sull’evoluzione tecnologica, che ha già rivoluzionato diversi ambiti, come quello dell’intrattenimento, con la diffusione di portali sempre più sicuri come NetBet.it, ma è nella vita di tutti i giorni che bisogna intervenire per fare la differenza.

Anche per via del fatto che, andando avanti di questo passo, il rischio è quello di veder scomparire tanti elementi della natura che tendiamo a dare sempre troppo per scontati. Ad esempio, la stella marina comune non rappresenta solo una specie molto bella da vedere, ma si tratta anche di un fondamentale equilibratore per l’ecosistema marino. Infatti, si tratta di un predatore di molluschi che è solito vivere in determinate zone dell’Oceano Atlantico Settentrionale.

Gli aumenti di temperature mettono a rischio la sopravvivenza delle stelle marine

Esattamente come avviene per altre specie, è chiaro che gli studi sottolineano di continuo come la scomparsa delle stelle marine andrebbe a compromettere un equilibrio decisamente fragile a livello di prede e predatori che permette anche la vita di tante altre specie e organismi in queste zone.

Non a caso, dei ricercatori del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel, in terra tedesco, hanno portato avanti uno studio in merito ai comportamenti e alla sopravvivenza delle stelle marine. In che modo? Ha configurato uno studio simulato legato agli incrementi di temperatura attualmente registrati negli ambienti marini e quelli che verranno previsti nei prossimi anni.

Ebbene, stando a quanto è stato pubblicato su una nota rivista scientifica, pare proprio che la sopravvivenza delle stelle marine possa farsi sempre meno semplice proprio per via di queste ondate di calore nelle acque dei mari. Attualmente, la durata media di tali ondate si aggira intorno ai 9 giorni, ma entro la fine del secolo potrebbe arrivare a ben 13 giorni.

Cosa dice l’ultimo studio sulle stelle marine

Il gruppo di ricercatori ha potuto effettuare tali studi dopo aver esaminato un numero complessivo di 60 esemplari, che sono stati prelevati dal loro habitat naturale.

Tali stelle marine sono state fatte crescere in specifiche vasche, che sono state organizzate rispettando degli standard ben precisi e verificati a distanza per circa sessanta giorni, dando loro in modo regolare il nutrimento necessario, in modo particolare con il loro mollusco preferito, ovvero la cozza blu.

In questo modo, gli studiosi hanno potuto ricreare un habitat quanto mai simile rispetto a quello attuale e simulare le condizioni che potrebbero effettivamente verificarsi nel corso dei prossimi decenni. Si è capito che ondate di calore di cinque o fino a otto gradi in più rispetto alla media stagionale, mettono fortemente a rischio la sopravvivenza della specie.

I ricercatori, inoltre, hanno fatto in modo che dopo l’ondata di calore subentrasse un evento di upwelling. In quest’ultimo, sono state ricreate le condizioni che è solito ritrovarsi con la risalita delle acque profonde verso la superficie. Insomma, i risultati hanno dato esiti molto preoccupanti: nemmeno una stella marina è riuscita a sopravvivere all’ondata di calore più intenso.

In caso di ondate di calore caratterizzate da incrementi meno evidenti, ecco che le stelle marine sono state in grado di sopravvivere. D’altro canto, però, hanno fatto registrare dati preoccupanti sia dal punto di vista della crescita che in riferimento al quantitativo di cibo che è stato effettivamente consumato. Non solo, dato che le stelle marine sopravvissute non sono riuscite a recuperare le condizioni precedenti rispetto alla simulazione dell’ondata di calore più lieve. Si tratta di scenari e test sempre più realistici, che non fanno altro che evidenziare una volta di più quanti e quali siano i rischi per l’ecosistema del pianeta in cui viviamo già a brevissimo termine.