Baby bonus pensione, la novità che fa felici i genitori: 300 euro alla nascita e 200 euro per 4 anni
Bonus pensione baby: contributi fino a 1.100 euro nei primi anni di vita per avviare la previdenza complementare dei bambini.
In Trentino-Alto Adige ci si prepara a discutere in Consiglio regionale una misura che potrebbe cambiare profondamente il modo di concepire la previdenza. Si tratta di un bonus pensione complementare dedicato ai bambini, un sostegno economico pensato per avviare fin dall’infanzia un percorso di risparmio destinato a integrare la futura pensione pubblica. La data fissata per l’esame è il 17 settembre 2025, giornata in cui verrà affrontato un tema che tocca da vicino il futuro delle famiglie.
Come funziona il bonus pensione complementare
Il meccanismo previsto appare semplice ma efficace. Alla nascita o all’adozione, la Regione verserebbe 300 euro su un fondo pensione intestato al bambino. Nei successivi quattro anni il sostegno continuerebbe, con 200 euro all’anno, a condizione che la famiglia partecipi attivamente con un versamento minimo di 100 euro annuali. Si tratterebbe dunque di un sistema a cofinanziamento, dove istituzioni e genitori contribuiscono insieme. Questo approccio non solo garantisce un capitale iniziale, ma incoraggia le famiglie a costruire fin da subito un rapporto concreto con la previdenza complementare. L’idea è quella di sfruttare il tempo lungo dell’infanzia per far crescere il capitale grazie agli interessi e ai possibili rendimenti dei fondi. Il modello trova ispirazione in alcuni Paesi europei, dove iniziative simili hanno portato a un forte aumento dell’adesione ai fondi pensione. Applicato in Italia, segnerebbe un cambio di prospettiva: non più attendere l’età adulta per pensare alla pensione, ma iniziare subito, dalla nascita.

Il bonus non sarebbe collegato a parametri come l’ISEE, ma a criteri di residenza. Per accedere al contributo occorre risiedere in Trentino-Alto Adige da almeno tre anni e mantenere la propria residenza nella regione per tutto il periodo di versamenti. In questo modo il beneficio rimarrebbe legato al territorio e rafforzerebbe il sostegno diretto alle comunità locali. I destinatari sarebbero tutti i bambini nati o adottati dal 1° gennaio 2025. La proposta prevede però una misura transitoria: il bonus varrebbe anche per i bambini nati dal 2020, a patto che al momento dell’entrata in vigore abbiano meno di cinque anni. Restano da definire i dettagli sugli eventuali arretrati per questa fascia, un nodo che sarà sciolto durante il percorso legislativo. La Regione punta così a offrire un contributo universale e a lungo termine, capace di far crescere un fondo personale che seguirà il bambino nel corso della vita. La scelta di richiedere la partecipazione attiva delle famiglie – seppur con importi contenuti – sottolinea la volontà di creare consapevolezza e responsabilità verso il futuro previdenziale.
Un modello unico in Italia con lo sguardo all’Europa
Se il provvedimento verrà approvato, il Trentino-Alto Adige diventerà la prima regione italiana a introdurre un bonus universale per la previdenza complementare dei bambini. In Paesi come la Germania, strumenti simili hanno mostrato risultati significativi: partire presto, anche con piccole cifre, permette di costruire nel tempo un capitale in grado di fare la differenza al momento della pensione. Il futuro delle pensioni pubbliche appare sempre più incerto. L’INPS fatica a garantire assegni sufficienti a coprire le spese della vita quotidiana, soprattutto per le nuove generazioni. Un progetto come quello trentino, che punta a rafforzare la previdenza privata, potrebbe diventare un laboratorio da replicare anche in altre regioni. La proposta non è soltanto un aiuto economico, ma anche un cambiamento culturale. Educare al risparmio previdenziale fin dall’infanzia significa investire sulla stabilità economica futura, rafforzando al tempo stesso il senso di appartenenza al territorio. Il capitale accumulato in giovane età avrà più tempo per crescere, con benefici concreti e misurabili nel lungo periodo.