Un team di geoscienziati dell’Istituto Alfred Wegener (Germania) per la ricerca polare e marina ha fornito una nuova prospettiva senza precedenti sulla storia climatica dell’Antartide: tracce di una foresta pluviale.
In un nucleo di sedimenti raccolto nel Mare di Amundsen, nell’Antartide occidentale, nel febbraio 2017, il team ha scoperto gli indicatori della foresta pluviale cretacea conservata, che includeva una grande quantità di polline e spore di piante e una fitta rete di radici. Inoltre, le scansioni del sedimento hanno mostrato che il suolo conteneva una fitta rete di radici fossilizzate.
Johann Klages del Centro Helmholtz del Alfred Wegener Institute ha affermato che il clima potrebbe essere stato paragonabile alle foreste temperate della parte nord-occidentale dell’isola meridionale della Nuova Zelanda.
Questi resti di piante hanno confermato che, circa 90 milioni di anni fa, la costa dell’Antartico occidentale ospitava foreste temperate e paludose, dove la temperatura media annuale era di circa 12 gradi Celsius, un clima eccezionalmente caldo per una località vicino al Polo Sud.
I ricercatori ritengono che questo calore fosse possibile solo perché non esisteva una calotta glaciale antartica e perché la concentrazione di anidride carbonica atmosferica era significativamente superiore a quella indicata finora dai modelli climatici.
D’altra parte, la coautrice dello studio, Tina van de Flierdt, dell’Imperial College di Londra, Regno Unito, ha espresso che l’eccezionale scoperta ha aperto una nuova visione dell’Antartide in questo momento. “Anche durante i mesi bui, le foreste pluviali temperate e paludose sono state in grado di crescere vicino al Polo Sud, rivelando un clima ancora più caldo di quanto ci aspettassimo”, ha detto in una nota.
Infine, lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, fornisce dati climatici e ambientali direttamente valutabili per il Cretaceo più meridionale e pone nuove sfide per i modellatori climatici di tutto il mondo.